“Come valutare le condizioni di vita dei nostri concittadini e il benessere delle comunità che popolano il nostro territorio, con le loro diverse e preziose originalità? Il punto privilegiato per osservare questa realtà è la vita delle persone che vivono in situazioni di disagio o di grave povertà; la statura morale di una comunità infatti si misura nel rimanere unita rispettando e accompagnando il passo dei più piccoli e fragili”. Lo ha affermato mons. Marco tasca, arcivescovo di Genova, durante le celebrazioni per la festa patronale di san Giovanni Battista. “Le disuguaglianze persistono – ha dichiarato –; si registrano grandi disparità di accesso al lavoro, ai servizi sanitari, all’istruzione, all’educazione. L’emergenza abitativa e il disagio giovanile, come segnala la Caritas genovese, richiedono interventi di tipo straordinario e di lungo respiro”. E inoltre: “la crescita economica non è sufficiente per ridurre la povertà se non è una crescita inclusiva. La comunità europea a seguito delle ultime grandi crisi (sanitaria, economica, militare) ha messo a disposizione ingenti capitali per risollevare le condizioni di vita dei cittadini nelle diverse nazioni. Anche il nostro territorio godrà di questa occasione di rilancio e sviluppo, e la Chiesa genovese chiede che le esigenze dei più poveri siano una priorità di questo programma”.
“È nel riconoscerci unica comunità di fratelli e sorelle che possiamo guardare al futuro, sognando e realizzando politiche, strumenti e strategie che uniscano la storia da cui veniamo e costruiscano quella che desideriamo realizzare. Occorre sognare in grande abbandonando la logica degli interventi di emergenza che non affrontano le cause alla radice, ma diventano azioni di ‘piccolo cabotaggio’ animate più da tecnicismi che da idee condivise”. “Continuiamo a costruire luoghi dove si pensi alla nostra città, si discuta, dove si possa sognare e condividere una Genova che sempre più accoglie e cammina con tutti e tutte e che cresce e si sviluppa senza lasciare indietro nessuno”.
Nel suo intervento mons. Tasca ha affrontato diversi temi: l’inclusione come opportunità; denatalità e famiglia (“spesso le famiglie hanno paura di non poter garantire un futuro dignitoso ai loro figli”); l’economia della città; la ricchezza del lavoro. A proposito della trasformazione della città, ha osservato: “i finanziamenti del Pnrr che a Genova sono arrivati e arriveranno prossimamente in maniera consistente permetteranno la costruzione di nuove infrastrutture che cambieranno il volto della nostra città nei prossimi anni. Sarà importante per tutti mantenere un livello alto di attenzione perché queste grandi opere siano fatte nel rispetto dell’ambiente e della sicurezza dei lavoratori e dei cittadini”.
Tasca ha quindi aggiunto: “il nostro invito è che in questi nuovi processi di sviluppo nessuno resti indietro, non si dimentichino in particolare le persone più fragili. In questo momento siamo particolarmente vicini ai lavoratori di alcune aziende che hanno fatto la storia di Genova. La Chiesa di Genova non vi dimentica e apprezza il vostro lavoro e la vostra storia auspicando per voi un futuro sereno. Siamo vicino anche a tutti coloro che hanno un lavoro precario o sottopagato, a coloro che il lavoro lo hanno perso e a quelli che ancora non lo hanno trovato”.