“Un contributo che ha il merito di gettare ulteriore luce su quel processo che ha portato i moderni mezzi di comunicazione a imporsi come strumento privilegiato per l’apertura a una inedita proiezione globale del pontificato che nel corso del Novecento ha contribuito a modellare nuove forme di presenza dell’istituzione ecclesiastica nella modernità e, al contempo, ad accrescerne l’influenza planetaria”. Lo scrive il vice presidente del Consiglio, Antonio Tajani, nel suo messaggio per la presentazione del volume “Papi e media. Redazione e ricezione dei documenti di Pio XI e Pio XII su cinema, radio e tv”, a cura di Dario Edoardo Viganò (ed. il Mulino). “Questo nuovo orizzonte universale ebbe, nel tempo, delle rilevanti implicazioni sociali, culturali e politiche che permisero ai pontefici di svincolare la loro immagine da una dimensione centrata su Roma e il Vaticano per imporsi come riferimento sovranazionale all’interno di un nuovo corso geopolitico che rivoluzionò l’immagine del papato in tutto il mondo”, aggiunge Tajani.
Soffermandosi sulle “ricerche racchiuse in questo volume”, il vicepremier sottolinea che “rispondono alla volontà di continuare a indagare lo stretto rapporto tra la Chiesa e i media, allargando il quadro anche alle ripercussioni che questo legame ebbe nella storia della società di massa”. “È proprio mettendo a confronto ambiti disciplinari diversi e metodi di indagine eterogenei, impegno che implica un costante dialogo tra comunità accademica e istituzioni archivistiche, che sarà possibile colmare i ritardi accumulati nella conservazione di questo specifico patrimonio della storia del cattolicesimo”. Tajani indica come “primi passi in questo senso” la nascita della Fondazione Memorie Audiovisive del Cattolicesimo voluta da mons. Viganò. “Ma la sinergia tra storia, memoria, conservazione e nuovi sviluppi interpretativi ha bisogno anche di ricerche approfondite come quelle che oggi presentate”.