“Basta guerre: è l’ora della pace”. Lo scrive mons. Mario Toso, vescovo di Faenza-Modigliana, nel suo omonimo saggio pubblicato di recente per i tipi della Cittadella. “Che la guerra in Ucraina finisca con l’intensificazione dell’azione diplomatica o con un cessate il fuoco immediato, anche senza un ritiro preventivo delle truppe russe, è sicuramente fortemente auspicabile”, si legge nella presentazione: “È ciò che la stragrande maggioranza si augura, per il bene dei popoli in conflitto, dell’Europa e del mondo intero. Ma ciò che è molto più importante è che una volta che sia cessata l’attuale guerra fratricida – poco si è sottolineato che i Paesi in lotta tra loro sono cristiani – si riesca a rafforzare la via della non violenza attiva e creatrice tenendola agganciata costantemente all’impegno dei cittadini e, quindi anche dei cattolici, in politica. Ciò al fine di universalizzare una democrazia sostanziale, rappresentativa, partecipativa e deliberativa, animata da un pensiero pensante e aperta al Trascendente. Occorre sia superata l’insensata teoria della diaspora – finisce per contraddire il principio democratico della maggioranza: chi è minoranza difficilmente può vedere accolte le proprie istanze – sia la conseguente irrilevanza dei cattolici e dei cristiani in politica”. Per il vescovo, “occorre che tutti collaborino insieme, non esclusi i cattolici. Perché l’azione dei cattolici sia più incisiva è necessario un nuovo modo di presenza nelle società civili, nei parlamenti, nelle relazioni internazionali e multilaterali, sovranazionali. Proprio per questo, nella seconda parte del saggio, l’autore propone una riflessione attenta e articolata, senza tortuosità ed equivoci, sulla situazione attuale dell’impegno politico dei cattolici, sulle sue premesse teologiche, ecclesiologiche, piuttosto neglette o non sviscerate a sufficienza. Seppur importantissime, le preghiere, le riflessioni e le marce della pace, vanno integrate dall’impegno concreto della cultura e della politica, a livello delle istituzioni nazionali, internazionali, sovranazionali e multilaterali. Occorre convergere su un ben definito progetto politico, connotato da un insieme di punti qualificanti, armonizzati attorno al perno di un neoumanesimo trascendente, ispirati dalla Dottrina o insegnamento sociale della Chiesa”.