Il Comitato europeo delle regioni (CdR) sta lavorando all’elaborazione di un parere d’iniziativa sul futuro della politica di coesione dopo il 2027. È pronto un documento di lavoro che sarà discusso in una consultazione con i portatori di interesse, il prossimo 13 luglio. Il dialogo prenderà il via dalla presentazione del documento da parte dei due redattori, Vasco Alves Cordeiro (Regione delle Azzorre) e Emil Boc (sindaco di Cluj-Napoca, Romania. “Mentre i valori e la filosofia alla base della politica di coesione sono oggetto di un ampio consenso”, si legge nella bozza del parere, “alcune considerazioni pratiche sono destinate a ripercuotersi sul suo futuro”: ad esempio, come “deve far fronte a nuovi tipi di disparità, alla minaccia di crisi future, alla comunicazione dei suoi risultati ai cittadini dell’Ue”. Uno dei rischi, in prospettiva è quello della “frammentazione dei finanziamenti”, e della scarsa sinergia “tra la politica di coesione e altri strumenti dell’Ue”. Si invoca flessibilità e versatilità, si chiede maggiore significatività di “partenariati e governance multilivello”, in modo che enti locali e regionali siano “attori chiave nel processo decisionale”. Anche perché la contrazione demografica, ad esempio, rappresenta per le zone rurali il rischio a “rimanere indietro, perdendo terreno nelle transizioni verde e digitale dell’Europa”. Il Comitato delle regioni punta a adottare il proprio parere a novembre 2023 ed essere in questo modo “la prima istituzione dell’Ue ad adottare una posizione ufficiale sulla politica di coesione dopo il 2027”.