“La povertà non è una colpa. Lo dico in maniera pacata ma ferma: chi vive la povertà estrema non sta vivendo in un mondo bucolico, ma drammatico. Parliamo di più del dramma e meno della colpa, se transigiamo su questo perdiamo la nostra umanità”. Lo ha detto monsignor Benoni Ambarus, vescovo ausiliare della diocesi di Roma per gli ambiti della carità, della salute e del carcere, durante l’evento “Stazione Termini: giustizia e promozione umana per una città inclusiva”, organizzato oggi a Roma dalla Caritas diocesana nella mensa di via Marsala, intitolata a don Luigi Di Liegro. “Ce lo dobbiamo dire – ha aggiunto – e dire agli altri: la tua povertà non è una colpa. Basta con questo approccio. Mi sto stancando di dire la stessa cosa. Non voglio fare il profeta di sventura. Se non ci mettiamo radicalmente in discussione, quello che vediamo qui sarà solo la punta dell’iceberg di ciò che accadrà. Ci lamenteremo nel futuro che ci sono troppe persone matte in giro. Vedo in carcere troppa gente fuori di testa, questa assurdità quando la finiamo?” “Siamo in ritardo di almeno 10-15 anni, se non ci mettiamo seriamente in discussione, quello che vediamo – ha ripetuto – è solo la punta dell’iceberg di enormi problemi”.