Ventiquattro studenti provenienti da oltre venti nazioni diverse si riuniranno, dal 24 al 30 giugno, per la Scuola estiva di astronomia e astrofisica della Specola Vaticana (VOSS) del 2023, nei giardini estivi papali di Castel Gandolfo. Dopo una pausa di alcuni anni causata dalla pandemia da Covid, le scuole biennali della Specola riprendono così la loro regolare attività . Gli studenti parteciperanno alle lezioni, lavoreranno ai progetti legati alla loro ricerca, viaggeranno e avranno un’udienza con Papa Francesco. Il tema di questa 18a VOSS è “Imparando l’Universo: strumenti dalla scienza dei grandi dati per le indagini astronomiche”. La prof.ssa Viviana Acquaviva, della “City University” of New York e del “Flatiron Institute”, e il prof. Željko Ivezić, dell’Università di Washington e dell’Osservatorio Vera C. Rubin, sono i co-direttori del gruppo dei professori della scuola che comprende alcuni degli esperti mondiali nell’applicazione dei principi dell’apprendimento automatico agli studi astrofisici. “Con l’aumento delle dimensioni dei telescopi e la maggiore sensibilità dei loro rilevatori, la quantità di dati astronomici che gli scienziati devono comprendere è cresciuta in modo impressionante”, ha osservato Don Alessandro Omizzolo, astronomo presso la Specola Vaticana e l’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF)/ Osservatorio di Padova, che ricopre il ruolo di decano della Scuola. Le grandi indagini astronomiche hanno già misurato miliardi di sorgenti celesti; le indagini future, come la “Legacy Survey of Space and Time” del nuovo Osservatorio Rubin, produrranno molti più dati. La VOSS 2023 esplorerà la scienza alla base di queste indagini, presenterà i concetti di “Big Data” e “Machine Learning” e fornirà un’esperienza pratica di analisi dei dati che consentirà agli studenti di utilizzare questi insieme di dati per i propri progetti astronomici. Gli studenti universitari e post-universitari – si legge in una nota – sono stati scelti tra circa duecento candidati con un eccellente potenziale per intraprendere una carriera attiva in astronomia. I criteri principali di selezione sono stati la loro potenzialità di carriera accademica e la motivazione, con una selezione limitata in modo che nessuna nazione avesse più di due rappresentanti. Oltre ai professori Acquaviva e Ivezić, faranno parte del corpo docente Dalya Baron (Università di Tel Aviv e Osservatori Carnegie), Marc Huertas-Company (Instituto de Astrofísica de Canarias / Observatoire de Paris) e Francisco Antonio Villaescusa Navarro (Flatiron Institute / Princeton University). A loro si aggiungeranno altri esperti come docenti ospiti Dalla prima scuola estiva del 1986 (di cui Vera Rubin stessa, omonima del telescopio Rubin, faceva parte del corpo docente), sono più di 400 gli studenti che hanno partecipato. La scuola è aperta a laureandi e dottorandi in astronomia di livello avanzato provenienti da tutto il mondo. La maggior parte degli studenti selezionati proviene da Paesi in via di sviluppo.