Il peso della pandemia si avverte con l’eccesso di mortalità registrato in Italia nel 2020 rispetto al periodo pre-pandemico, +10,2%, tra i più elevati in Europa, anche se il dato – si legge nel Rapporto Osservasalute 2022 presentato oggi a Roma – potrebbe essere in realtà l’effetto di una sotto-notifica dei decessi Covid-19 negli altri Stati membri. L’analisi della mortalità evitabile riconducibile ai servizi sanitari (amenable mortality) – nel periodo 2018-2019 pari a 63,98 per 100mila mentre era 65,53 nel biennio 2016-2017- mostra che, nonostante la diminuzione complessiva del dato, è ancora molto alta la quota di decessi attribuibili ai tumori e alle malattie cardiocircolatorie. Il 70% dei decessi evitabili registrati negli ultimi 2 anni è dovuto ai tumori maligni del colon e del retto (19,13%), alle malattie cerebrovascolari (17,96%), ai tumori maligni della mammella (16,88%) e malattie ischemiche del cuore (16,03%). Decessi che si sarebbero potuti evitare se le condizioni che li hanno causati fossero state intercettate per tempo con le campagne di screening. I valori più bassi tra le regioni si registrano nella Provincia autonoma (Pa) di Trento (46,42 per 100mila); i più alti in Campania (81,41 per 100mila). L’emergenza sanitaria legata al Covid-19 si è tradotta, da una parte, in ritardo e conseguente sostanziale riduzione dell’offerta dei programmi di screening da parte delle Asl; dall’altra, in riduzione di adesione da parte della popolazione. Per quanto riguarda la copertura dello screening per il tumore del colon-retto i valori più alti si registrano fra i residenti al Nord (67%), ma è più bassa fra i residenti del Centro (56%) e soprattutto del Sud e Isole (25%). Ampia la variabilità fra regioni: copertura più elevata in Friuli-Venezia Giulia con il 73%, più bassa in Calabria con il 10%.