“È possibile che, in particolare in luoghi in cui il numero di Ministri ordinati è molto scarso, i laici possano assumere il ruolo di responsabili della comunità? Che implicazioni ha questo sulla comprensione del ministero ordinato?”. Sono alcune domande contenute nell’Instrumentum laboris del Sinodo, rivolte alle Chiese locali nella parte del documento dedicata al sacerdozio. “È possibile, come propongono alcuni continenti, aprire una riflessione sulla possibilità di rivedere, almeno in alcune aree, la disciplina sull’accesso al Presbiterato di uomini sposati?”, ci si chiede nel testo, in cui in vista della fase finale del Sinodo, che si svolgerà in due sessioni, nell’ottobre di quest’anno e in quello del 2024, si propone di chiedersi “in che modo una concezione del Ministero ordinato e una formazione dei candidati più radicate nella visione della Chiesa sinodale missionaria possono contribuire all’impegno per evitare il ripetersi di abusi sessuali e di ogni altro genere”. Nell’Instrumentum di laboris si esorta, inoltre, a riflettere su “quali possono essere le direttrici per una riforma dei curricula di formazione nei seminari e nelle scuole di teologia all’altezza della figura sinodale della Chiesa”.