La Civiltà Cattolica: “Riformare l’unione delle nazioni”, colloquio tra padre Spadaro e Sandro Calvani

(Foto S.C.)

“La lezione che ci viene dalla storia della nostra specie è che, messa di fronte ai dilemmi estremi – e ormai il dilemma è tra vita e morte –, essa è in grado di rivelare insospettate risorse creative. La novità è affidata alle viscere della necessità. Che sui passaggi intermedi dalla sua nascita ci sia buio non deve far meraviglia. Come scrisse Ernst Bloch, citando un proverbio cinese, ‘ai piedi del faro non c’è luce’”. Lo afferma Sandro Calvani, già alto dirigente delle Nazioni Unite, intervistato da padre Antonio Spadaro sull’ultimo numero della Civiltà Cattolica (“Riformare l’unione delle nazioni”, La Civiltà Cattolica, 17 giugno-1 luglio 2023, pp. 521-534). Nel lungo colloquio si affrontano temi relativi alla nascita e agli obiettivi storici dell’Onu, la sua organizzazione e la sua possibile riforma, le numerose guerre in corso nel mondo e i possibili mezzi giuridici e politici per superarle. Ad una domanda di Spadaro, Calvani risponde: “per quanto riguarda la prevenzione della guerra, come definì sinteticamente il sottotitolo della Pacem in terris, essa va davvero rifondata sulla verità, sulla giustizia, sulla solidarietà e sulla libertà, e non sugli interessi particolari dei Paesi meglio armati. In pratica ciò significa anche una nuova visione per l’insieme del sistema multilaterale di governo dei beni comuni globali, ispirata proprio da quei quattro princìpi. Per questo sono profondamente convinto che la riforma più urgente ed efficace sarebbe quella di rendere il più indipendente possibile dai governi la gestione delle decisioni ratificate dall’Assemblea generale dell’Onu, creando un ‘Fondo autonomo per l’umanità’, nel quale, dopo aver espresso un consenso, i governi membri non possano interferire; sarebbe un meccanismo di condivisione simile a quello adottato da sei Paesi nel 1951, all’inizio del Mercato comune europeo, con la creazione della Comunità economica del carbone e dell’acciaio”.
Come potrebbe essere realizzato questo Fondo autonomo globale? “Per esempio, con una microtassa sulle transazioni di Borsa in tutto il mondo, o con una microtassa di cittadinanza umana, estensibile anche alle multinazionali. Il Pandemic Fund mondiale, creato nel 2022, va in questa direzione, con un finanziamento di almeno 15 miliardi di dollari l’anno. L’economista americano Jeffrey Sachs ha proposto un’altra soluzione semplice dei problemi finanziari delle Nazioni Unite con un aumento appropriato dei finanziamenti: i Paesi ad alto reddito contribuiscano almeno per 40 dollari pro capite all’anno, i Paesi a reddito medio-alto ne diano otto, i Paesi a reddito medio-basso due, e i Paesi a basso reddito uno. Con questi contributi – che ammonterebbero a circa lo 0,1% del reddito medio pro capite dei Paesi membri – l’Onu otterrebbe circa 75 miliardi di dollari all’anno, con cui rafforzare la qualità e la portata di programmi vitali, in particolare quelli di pace e sviluppo”.

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