La nuova presidenza del Consiglio episcopale latinoamericano (Celam) si è riunita, la scorsa settimana, nella sede dell’organismo, a Bogotá (Colombia), per una prima presa di visione degli ambienti e delle tematiche sul tappeto, anche grazie a un incontro con la presidenza uscente e con il personale dei diversi dipartimenti. Il presidente, dom Jaime Spengler, arcivescovo di Porto Alegre (Brasile) nel corso della Messa da lui presieduta, ha fatto riferimento a tre atteggiamenti: riconoscimento, gratitudine e continuità: “Riconoscimento del lavoro svolto dalla presidenza uscente, che implica intuito, sensibilità e discernimento per valutare e comprendere il percorso fatto, le motivazioni e gli ideali che hanno fatto da cornice a ogni azione. Apprezzamento per il lavoro svolto con dedizione che si percepisce dall’esistenza della nuova sede ai processi condotti dal Celam in tutto il continente. Un lavoro fatto da persone che, dalle responsabilità più semplici a quelle più complesse, danno un contributo significativo al raggiungimento degli obiettivi e alla continuità che porta a condividere ciò che siamo, realizzando il servizio del Celam a favore della Chiesa continentale, per il quale c’è grande speranza”. Mons. Miguel Cabrejos, arcivescovo di Trujillo (Perù), presidente uscente, ha ribadito la sua gratitudine ai membri della presidenza e ai lavoratori dell’organizzazione, perché senza di loro nessuno dei traguardi raggiunti sarebbe stato raggiunto. Ha inoltre sottolineato l’approvazione dei nuovi statuti della Celam da parte di Papa Francesco, e il modello proposto per l’Assemblea ecclesiale e la fase continentale del Sinodo, “che è servito da modello per altre regioni del mondo che vedono nel nostro continente un processo qualificato per aderire alla proposta di Papa Francesco, assumendosi il rischio di vivere l’esperienza della sinodalità”.