“Perché alcuni ebrei sputano ai Gentili”: è stato questo il tema della conferenza che si è svolta lo scorso 15 giugno a Gerusalemme, davanti a circa 300 persone, e tenuta da esperti e docenti che hanno cercato di spiegare, partendo dai testi ebraici come Talmud e Mishna, un fenomeno che sta prendendo sempre più piede a Gerusalemme, e non solo, quello di sputare, aggredire verbalmente, oltraggiare sacerdoti, religiosi e religiose, pellegrini cristiani che si trovano nella Città Santa. Autori di questi oltraggi sono ebrei ultra-ortodossi o giovani coloni, “spalleggiati” da leader politici dell’ultradestra presenti nel Governo. L’evento è stato preceduto da diverse polemiche che hanno costretto il Centro studi per le relazioni fra ebrei, cristiani e musulmani dell’Università aperta di Israele (Open University of Israel), promotore dell’evento, a spostare il luogo dell’incontro dal Museo di Gerusalemme alla Torre di Davide al Seminario armeno. La Via Dolorosa, il quartiere armeno e il Monte Sion sono i luoghi della Città Santa dove maggiormente si verificano questi atti.
Per controllare e contrastare il fenomeno, riferisce la Custodia di Terra Santa, è stato predisposto un sito internet e un numero telefonico, in 10 lingue, dove poter segnalare immediatamente ogni episodio di molestie contro religiosi e/o luoghi cristiani di culto. “È importante poter avere il maggior numero di dettagli e se possibile un video o una foto del volto di chi offende in qualsiasi modo”, spiegano dalla Custodia, preoccupati dal fatto che quasi il 90% degli incidenti non viene denunciato per paura di ritorsioni. Circa 70 volontari sono impegnati a favorire le denunce raccogliendo testimonianze, filmati e registrazioni delle camere di sicurezza. “Non c’è alcun riferimento, nella Legge giudaica, a un’attitudine positiva verso questi comportamenti”, ha detto Yair Furstenberg, dell’Università ebraica di Gerusalemme, le cui parole sono riportate dal sito Terrasanta.net. Non solo, ma la legge stessa punisce questo tipo di aggressioni. Secondo il professore, non avendo l’ebraismo ortodosso un’istituzione-guida, l’unico modo per cambiare questa pratica è “una profonda comprensione delle proprie tradizioni”. Sul tema pedagogico, aggiunge il sito, hanno fatto perno anche gli interventi di mons. William Shomali, per il Patriarcato latino di Gerusalemme, e fra Alberto J. Pari per la Custodia di Terra Santa. “Se abbiamo in mente un Dio che vuole distruggere tutto ciò che non è perfettamente ortodosso, saremo portati a fare questo e a insegnarlo ai bambini – ha dichiarato a Terrasanta.net padre Matteo Munari, dello Studium Biblicum Franciscanum –. Ma se conosciamo un Dio che è misericordia, che è addirittura disposto ad accettare su di sé gli sputi dell’uomo per amore, allora comincia una pagina nuova”.