“Conosciamo la realtà non solo con la ragione, ma anche con il cuore”. È una delle frasi più celebri di Pascal, citate dal Papa nella lettera apostolica lettera apostolica “Sublimitas et miseria hominis”, nel quarto centenario della nascita di Blaise Pascal. “Le verità divine, come il fatto che il Dio che ci ha fatti è amore, che è Padre, Figlio e Spirito Santo, che si è incarnato in Gesù Cristo, morto e risorto per la nostra salvezza, non sono dimostrabili con la ragione, ma possono essere conosciute con la certezza della fede, e passano poi dal cuore spirituale alla mente razionale, che le riconosce come vere e può a sua volta esporle”, spiega Francesco parafrasando il pensiero del filosofo francese e il suo invito ad unire alla ragionevolezza della fede le ragioni del cuore, tramite l’”intelligenza intuitiva”. “Pascal non si è mai rassegnato al fatto che alcuni suoi fratelli in umanità non solo non conoscono Gesù Cristo, ma disdegnano per pigrizia, o a causa delle loro passioni, di prendere sul serio il Vangelo”, argomenta Francesco: “Infatti è in Gesù Cristo che si gioca la loro vita”. Per Pascal, “la fede cristiana non è un modo per esorcizzare la paura della morte, piuttosto ci aiuta ad affrontarla”: “Prima o poi, tutti andremo per quella porta. La vera luce che illumina il mistero della morte viene dalla risurrezione di Cristo. Solo la grazia di Dio permette al cuore dell’uomo di accedere all’ordine della conoscenza divina, alla carità”. “Pascal è profondamente attaccato alla ragionevolezza della fede in Dio – spiega ancora il Papa – non solo perché la mente non può essere costretta a credere ciò che sa essere falso, ma perché se si urtano i principi della ragione, la nostra religione sarà assurda e ridicola”. Ma, “se la fede è ragionevole, è anche un dono di Dio e non potrebbe imporsi: “è impossibile credere se Dio non inclina il cuore. Se la fede è di un ordine superiore alla ragione, ciò non significa affatto che vi si opponga, ma che la supera infinitamente. Leggere l’opera di Pascal non è dunque anzitutto scoprire la ragione che illumina la fede; è mettersi alla scuola di un cristiano di razionalità eccezionale, che ha saputo tanto meglio rendere conto di un ordine stabilito dal dono di Dio al di sopra della ragione”.