“L’impegno della Comece ha alle spalle una consolidata esperienza di collaborazione e di intesa con la Kek, che oggi sono qui a dichiarare di volere rinnovare e portare avanti con non minore convinzione e dedizione del passato”. Lo ha affermato ieri a Tallinn (Estonia) mons. Mariano Crociata, presidente della Comece, ai partecipanti dell’Assemblea generale della Conferenza delle Chiese europee. “Saluto in modo particolare il presidente uscente, rev. Christian Krieger, e formulo i miei più sentiti auguri, uniti alla preghiera, al futuro presidente”, che sarà eletto oggi. “La presenza delle nostre Chiese nei Paesi dell’Unione europea è innanzitutto una chiamata della storia, della nostra storia di questi decenni e di oggi. Come cristiani, ci sentiamo interpellati per dare il nostro contributo a una Unione che può costituire davvero, secondo le intenzioni dei fondatori, una possibilità unica di sviluppo per i popoli che la compongono e una promessa di pace per la loro convivenza e per il mondo intero”, ha detto mons. Crociata.
“Purtroppo proprio l’aspirazione alla pace è quella maggiormente in pericolo da quasi un anno e mezzo a questa parte, senza che ci siano segni di svolta nonostante i tentativi e gli sforzi che da diverse parti vengono posti in essere perché la guerra sia fermata innanzitutto da chi l’ha scatenata. La nostra comune preghiera è incessante, ma profondamente amareggiata è la coscienza che l’unità delle Chiese dovrebbe anticipare e rappresentare l’anima unita dei popoli che le accolgono, e invece le loro divisioni interne finiscono con l’alimentare lacerazioni e incomprensioni. Più che mai si fa viva la coscienza dei nostri peccati e insistente la richiesta di misericordia e di conversione”.