Curato dal suddetto Osservatorio, l’VIII Rapporto sulle povertà e risorse nel 2022, presentato oggi dalla Caritas diocesana di Perugia-Città della Pieve, mette nero su bianco il costante aumento dei richiedenti aiuto al Centro d’ascolto (CdA) della Caritas diocesana passati dalle 1.306 persone del 2020 alle 1.467 del 2021 (+ 12,3%), alle 1.653 del 2022 (+ 12,7%) di cui 368 italiani e 1.285 stranieri (inclusivi di 52 casi di doppia cittadinanza), facendo registrare, i primi, una flessione (dal 26,6% del 2021 al 22,3% del 2022), mentre i secondi salgono (dal 69,5% al 74,6%). Di questi utenti si registra un aumento consistente delle donne: dal 42,2% del 2020 si passa al 55,5% del 2021 e al 60,9% del 2022, in corrispondenza dell’accresciuto ventaglio di bisogni e della loro intensità, che le donne possono più efficacemente rappresentare.
Dei 1.653 utenti del 2022, 599 sono “vecchi” (cioè con primo accesso al CdA anteriore al marzo 2020, inizio pandemia) e 1054 “nuovi” (cioè con primo accesso al CdA a partire dal marzo 2020). Tra i “nuovi” figurano i profughi ucraini, che fanno dell’Ucraina la prima nazione di provenienza degli utenti stranieri, seguita da Nigeria, Marocco, Ecuador, Perù… Rilevante è anche l’invecchiamento complessivo degli utenti. Tra il 2020 e il 2022 la numerosità delle classi oltre 55 anni aumenta del 78%, quella 15-64 del 15%. Tra gli utenti complessivi prevale la condizione di coniugato/a, seguita da quella di celibe/nubile. Tra i nuovi italiani prevalgono nettamente i celibi/nubili e figurano quote non trascurabili di separati e divorziati. Inoltre si accresce fortemente la quota di chi vive ospite di amici o parenti, di chi vive in subaffitto/posto letto, di chi è privo di abitazione. L’insieme degli utenti Caritas soffre di un marcato deterioramento della condizione abitativa. Per quanto riguarda il grado di istruzione, la quota più elevata sono gli utenti che non dispongono di un titolo di studio oltre la licenza media inferiore (46,2%). Nel contempo si accresce del 76% il numero di utenti che dispone di licenza media superiore o di laurea. Altro dato che emerge dal Rapporto è quello della condizione prevalente di disoccupato (52,4%). Come anche la classe di reddito più consistente degli utenti Caritas, più che raddoppiata, è quella che comprende reddito nullo e reddito fino a 300 euro mensili.
La quota più elevata di bisogni segnalati dagli utenti riguarda povertà/problemi economici, pari al 30,6%, con numerosi casi di povertà estrema (senza dimora), di sovraindebitamento, di accattonaggio… Per questa tipologia di bisogni, collegati a molteplici necessità, si registra un aumento cospicuo del 23,5% rispetto al 2021.
In seconda posizione i problemi di occupazione/lavoro, pari al 21,9%, per più della metà collegati a disoccupazione, per più di un decimo a licenziamenti, per un decimo a lavoro nero e un altro decimo a lavoro precario, ma anche a sottoccupazione-part-time involontario e ad alcuni casi di cassa integrazione/mobilità.
In terza posizione ci sono i problemi di condizione abitativa, pari al 15,3%, che sta assumendo dimensioni preoccupanti in tutto il Paese.
In quarta posizione c’è il fenomeno migrazione/immigrazione, pari al 14%; in quinta e sesta posizione ci sono i problemi familiari, pari al 6,4%, e di salute, pari al 3%.