Una copia della prima edizione dei Pensieri, datata 1670; una copia della prima edizione delle Lettere provinciali, che risale al 1656-1657, accompagnata da un’edizione successiva della stessa opera in latino; un ritratto sotto forma di incisione, incluso in un volume contenente una galleria di ritratti di personaggi dell’epoca, risalente agli inizi del XVIII secolo. È l’omaggio che la Biblioteca apostolica vaticana ha fatto oggi – in esclusiva per i giornalisti – in concomitanza con la presentazione, presso la Sala Stampa della Santa Sede, della lettera apostolica “Sublimitas et miseria Hominis”, scritta da Papa Francesco per il quarto centenario della nascita di Blaise Pascal. “Siamo lieti di offrire il nostro contributo per il quarto centenario della nascita del filosofo francese”, ha detto don Mauro Mantovani, prefetto della Biblioteca apostolica vaticana, illustrando le opere. La particolarità dell’esemplare dei Pensieri – l’opera più famosa del filosofo, pubblicata postuma – è quella di essere in formato tascabile, inedito per l’epoca, e in una rilegatura in pelle finemente decorata in oro proveniente dal tesoro librario della famiglia Chigi, segno dell’interesse dell’aristocrazia romana pontificia per l’autore. L’esemplare delle Lettere Provinciali – ha spiegato Pierre Chambert Protat, che ne ha curato l’esposizione per la Biblioteca Apostolica Vaticana – è il frutto della raccolta delle 18 lettere, nate dapprima sotto forma di “libelli” da distribuire di mano in mano tra la gente, quasi fossero degli antesignani dei volantini. Oggi li chiameremmo forse “post”. “Le Lettere Provinciali sono la testimonianza dell’interesse delle posizioni di Pascal sul ruolo della grazia e del libero arbitro, poi tradotte dai giansenisti in latino in modo da poterle diffondere in tutta Europa”. Il volume delle Provinciali in Latino è infatti di poco successivo: risale al 1658 e proviene dalla raccolta Barberini, ancora una volta segno dell’interesse della Corte Pontificia per il pensiero di Pascal. Sull’attualità della figura del filosofo, sottolineata anche da Papa Francesco nella sua lettera, si è soffermato don Mantovani, definendo questo anniversario una occasione per “lasciarsi provocare da tutti i punti di vista – antropologico, etico, epistemologico, spirituale – dal pensiero di Pascal, in un momento in cui si parla molto della necessità di elaborare un pensiero nuovo. Per affrontare adeguatamente il futuro abbiamo bisogno di appoggiarci alle colonne del passato: da Pascal, in particolare, ci viene l’invito a non accettare la contrapposizione tra ragione e cuore, ma al contrario ad aprirsi al contributo delle varie discipline che si arricchiscono tra loro, senza contrapporre reale e virtuale, ma imparando ad abitare il reale in modo nuovo, allargando gli spazi della razionalità con le categorie del mondo in cui siamo chiamati a vivere”.