“Dai veicoli militari alle strade disseminate di proiettili e poi i morti, le case bombardate e i volti afflitti”: le bambine e i bambini in fuga dalle violenze in Sudan esprimono il devastante impatto sulle loro vite e sulla loro salute mentale dopo due mesi di pesanti combattimenti in una serie di immagini pubblicate oggi da Save the Children.
I disegni sono stati realizzati dai bambini nell’ambito di un programma di sostegno psicosociale gestito da Save the Children nei suoi spazi a misura di bambino, per aiutare i più piccoli a elaborare ciò di cui sono stati testimoni negli ultimi due mesi di violenza.
Secondo i dati più recenti a disposizione, negli ultimi due mesi più di 1,9 milioni di persone sono state costrette a lasciare le proprie case e si stima che circa la metà siano bambini. In vista di un’importante conferenza di raccolta fondi che si terrà lunedì 19 giugno a New York, Save the Children chiede alla comunità internazionale “di aumentare e impegnare rapidamente i finanziamenti e le risorse per rispondere alle esigenze critiche sia in Sudan che nei Paesi limitrofi”.
Maab Abdelhalim, psicologa che lavora con Save the Children in Sudan, spiega che quasi tutti i bambini che arrivano negli spazi a loro dedicati sono emotivamente e psicologicamente colpiti dalla guerra. “Alcuni si riprendono rapidamente, ma altri sono gravemente traumatizzati. Ad esempio, Mah, 12 anni, che ha vagato per giorni per le strade con le sue due sorelle maggiori, è stata coinvolta nell’assalto al Libya Souq e si è persa per un po’ dai suoi fratelli”, racconta Abdelhalim. “La sorella maggiore Reem cercava di coprire i loro occhi per non vedere le persone uccise. Posso vedere nel suo comportamento, nel modo in cui parla, quanto questo l’abbia profondamente colpita. Non parlava e non mostrava alcuna espressione. Dice di essere arrabbiata e triste per il fatto che la guerra non sia finita. Questi bambini avranno bisogno di un supporto psicologico ed emotivo continuo”.
Lunedì a New York Save the Children chiederà ai principali donatori di fornire finanziamenti flessibili, in particolare per i programmi di protezione dell’infanzia, tra cui il sostegno psicologico e gli spazi a misura di bambino.
“Questi disegni sono una chiara indicazione del fatto che i bambini soffrono di più a causa della guerra. Stiamo facendo tutto il possibile per aiutarli a riprendersi da queste esperienze traumatiche, ma se la guerra continua, il suo impatto sui bambini di oggi e su quelli che verranno non potrà che aumentare, visto che i servizi di base come l’istruzione e la sanità sono gravemente compromessi – dichiara Arif Noor, direttore di Save the Children in Sudan -. Lunedì abbiamo bisogno di vedere impegni finanziari ambiziosi e tangibili da parte dei donatori. Se i bambini non ricevono un sostegno tempestivo, potrebbero avere un impatto negativo di lunga durata sulla loro salute emotiva e psicologica, che a sua volta può influire sul loro sviluppo e sulla loro istruzione. È essenziale che i bambini ricevano tutto l’aiuto di cui hanno bisogno per riprendersi”.