Prosegue inesorabile in Nicaragua la “stretta” del regime di Daniel Ortega contro la Chiesa. Le autorità, infatti, dopo aver già emesso un simile provvedimento per numerose diocesi e istituzioni ecclesiali, hanno ordinato alle banche di congelare i conti personali dei sacerdoti di alcune diocesi del Paese.
Secondo quanto ha riferito ai media indipendenti l’avvocata Martha Patricia Molina, giurista e curatrice del rapporto “Nicaragua: una Chiesa perseguitata?”, la maggior parte dei sacerdoti colpiti dal blocco dei conti appartiene alle diocesi di Matagalpa, Jinotega, Granada, León, Estelí e all’arcidiocesi di Managua.
“Diversi sacerdoti mi hanno informato del blocco dei loro conti bancari, all’inizio alcuni pensavano che il sistema online fosse fuori uso, così si sono recati alle filiali della banca, e lì sono stati avvisati verbalmente, senza ricevere alcuna documentazione, che i loro conti erano bloccati”, ha denunciato Martha Patricia Molina. L’avvocata ha definito la misura “arbitraria” e ha sottolineato che il blocco dei conti bancari potrebbe essere legato alle indagini per il presunto reato di “riciclaggio di denaro” che la dittatura sta portando avanti contro varie diocesi e la stessa Conferenza episcopale.