Parlamento Ue: sede di Strasburgo, nuovi spazi e nuove spese? Questione aperta

Strasburgo: il Parlamento europeo, a sinistra, e l'edificio Osmose, a destra (Foto SIR)

(Strasburgo) Spostare una parte della sede strasburghese del Parlamento europeo (uffici di deputati e funzionari) dall’attuale edificio, intitolato a Salvador de Madariaga, a un nuovo e vicino edificio, al di là del fiume, chiamato Osmose: di questo si discute, accanto ai grandi temi in dibattito alla sessione plenaria in corso a Strasburgo. Tramontata la proposta di acquisto del nuovo edificio da parte del Parlamento, si fa strada la prospettiva che il governo francese acquisti il moderno palazzo di 15mila metri quadrati, che sorge accanto alla torre dell’Europarlamento, per poi affittarlo all’istituzione europea per 700mila euro l’anno, rivela la testata Politico.eu. La mossa francese sarebbe una via per “espandere l’impronta del Parlamento europeo nella città”. Stabilito dai Trattati europei che Strasburgo sia la sede ufficiale del Parlamento, il pendolarismo dell’istituzione tra la sede di Bruxelles, dove si riuniscono le commissioni, e la città alsaziana, dove avvengono le plenarie, è da sempre contestata perché onerosa e laboriosa e causa di inquinamento. Partito popolare, Renew (liberali) ed Ecr (conservatori), il blocco di centrodestra, sarebbero favorevoli all’accordo per Osmose; Socialdemocratici, verdi e sinistra contrari. Per il gruppo S&D sarebbe una “spesa irragionevole di denaro pubblico”: “L’Europa non ha bisogno di un Parlamento vip o di una lussuosa democrazia, ma di solidarietà, in tutte le sue forme”. Per i Verdi, il Parlamento avrebbe “ceduto alle pressioni politiche del governo francese. La valutazione delle esigenze utilizzata per supportare la decisione è stata chiaramente fatta su misura per l’accordo e non riflette le reali esigenze del Parlamento”. La discussione passa alla Commissione bilancio del Parlamento, ma in caso di stallo, anticipa ancora Politico.eu, toccherà decidere alla presidente Metsola – che si è già dichiarata favorevole all’accordo – e ai suoi vicepresidenti.

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