Anche nel 2023 l’Ufficio Missionario della Diocesi di Rimini propone l’annuale viaggio estivo indirizzato ai giovani degli ultimi anni delle scuole superiori, finalizzato a conoscere una delle numerose realtà missionarie riminesi presenti in tutto il mondo. Il progetto di quest’anno (dal nome ‘Behebret Malen’, sognare insieme) vede protagonisti 13 studenti delle scuole superiori riminesi, che dal 15 giugno fino al mese di luglio saranno impegnati a Wassera (Etiopia) dove, dal 1972, sono presenti alcune sorelle delle Suore di Sant’Onofrio di Rimini (Suore Francescane Missionarie di Cristo). Il campo estivo di volontariato di quest’anno, spiega o dalla diocesi, rappresenta il punto di arrivo di un progetto cominciato nell’estate 2022, quando un altro gruppo di giovani studenti di Rimini si sono recati a Wassera per conoscerne la realtà missionaria e dare avvio a una serie di progetti, che i ragazzi di quest’anno porteranno a conclusione. Inoltre, i giovani saranno impegnati nel rilancio di altri progetti di riqualificazione, sostegno e intervento a livello sanitario ed educativo: servizio alla scuola materna e a quella elementare di Wassera, laboratori di terracotta e di coltivazioni, monitoraggio e verifica dei progetti di alfabetizzazione in inglese cominciati nei villaggi di Karso, Duenda e Gode, oltre ad alcuni servizi nella città di Ashira. “Il viaggio missionario arriva a conclusione di un intero anno di preparazione. – spiega don Giampaolo Rocchi, ideatore dal 2001 di questi viaggi e accompagnatore per il progetto di quest’anno assieme a suor Monica Da Dalt, Vicaria generale delle Suore di Sant’Onofrio – Nasce dal passaggio di testimone del gruppo di ragazzi precedente, la cui testimonianza ha spinto questi coetanei a prepararsi con incontri di geopolitica, lingua e cultura, e con tante iniziative di autofinanziamento”. “Sono molto felice dell’esperienza che andrete a vivere. – le parole del Vescovo di Rimini, mons. Nicolò Anselmi, che ha dato il mandato ai giovani volontari – Potrete abbracciare quella umanità che la Provvidenza ha fatto nascere in un’altra parte del mondo, per sperimentare una fraternità che può essere poi vissuta anche qui e ora, a Rimini, magari incontrando la comunità etiope o quelle africane che vivono nel nostro territorio”.