Un appello ai leader politici di tutti i Paesi del mondo affinché agiscano “a sostegno di un immediato cessate il fuoco e di negoziati per porre fine alla guerra in Ucraina”. È quanto chiedono nella “Dichiarazione di Vienna per la pace”, gli oltre 400 partecipanti al Vertice internazionale dei Popoli per la pace in Ucraina che si è svolto nella capitale austriaca nei giorni 10 e 11 giugno. Tra i promotori del Vertice di Vienna, figura anche la coalizione italiana “Europe For Peace”, composta da circa 600 organizzazioni e promotrice nei mesi scorsi di manifestazioni nazionali di Roma e giornate di mobilitazione territoriale per la pace che hanno coinvolto centinaia di migliaia di persone.” Siamo una coalizione ampia e politicamente diversificata che rappresenta i movimenti per la pace la società civile, compresi i credenti, in molti Paesi”, si legge nella Dichiarazione. “Siamo fermamente uniti nella convinzione che la guerra sia un crimine contro l’umanità e che non esista una soluzione militare alla crisi attuale”. Nel condannare “l’invasione illegale dell’Ucraina da parte della Russia”, le organizzazioni invocano l’azione urgente e necessaria della diplomazia per “porre fine al conflitto armato prima che distrugga l’Ucraina e metta in pericolo l’umanità”. “Sosteniamo tutti i negoziati che possano rafforzare la logica della Pace invece dell’illogica della guerra. Affermiamo il nostro sostegno alla società civile ucraina che difende i propri diritti. Ci impegniamo a rafforzare il dialogo con coloro che in Russia e Bielorussia mettono a rischio la propria vita per opporsi alla guerra e proteggere la democrazia”. Gli organismi firmatari della Dichiarazione invitano la società civile di tutti i Paesi a unirsi in una settimana di mobilitazione globale (da sabato 30 settembre a domenica 8 ottobre 2023) per un cessate il fuoco immediato e per negoziati di Pace che pongano fine a questa guerra”. “Abbiamo ascoltato, commossi, le testimonianze di Yuri, Olga, Oleg, Karina, Nina che ci hanno trasmesso cosa significa vivere sotto le bombe o in esilio, dover decidere in pochi secondi dove andare, se fuggire dal proprio Paese o nascondersi per non finire in galera con l’accusa di terrorismo”, racconta Sergio Bassoli della Rete Pace Disarmo e tra i coordinatori di “Europe For Peace”. “Chi ha partecipato al Vertice di Vienna si misura con questa realtà, ricercando strade di dialogo per ricostruire reciproca fiducia, riaffermare solidarietà. La strada che chiediamo sia intrapresa da tutti i movimenti della società civile per rendere possibile l’alternativa alla guerra”. Al Vertice, ha partecipato anche Gianpiero Cofano, della Comunità Papa Giovanni XXIII che ha presentato l’esperienza della “Rete StopTheWarNow”. “In migliaia – ha detto – hanno aderito alla nostra presenza nel sud del Paese, prima a Odessa e poi a Mykolaiv e a Kherson. Con la scusa di portare aiuti umanitari e di evacuare sfollati interni, poi accolti nelle nostre case e nelle nostre strutture in Italia, ci siamo guadagnati la fiducia dei nostri amici ucraini con i quali ogni giorno viviamo con loro nei rifugi anti-aerei”. “Ma il sogno di Stwn – ha poi aggiunto – non può e non deve essere soltanto al fianco di chi soffre in Ucraina. Stiamo lavorando alla possibilità di andare in Russia, per abbracciare anche le madri che non hanno più visto tornare i propri figli dal fronte, per andare a combattere una guerra che non hanno scelto. Tutto ciò non per equidistanza ma per equivicinanza”.