“L’ammissione che pregiudizi anticattolici esistono nella polizia scozzese dimostra un atteggiamento onesto e diretto. Il primo passo, quando si vuole affrontare un problema, è riconoscere che esiste”. Con queste parole la Chiesa cattolica scozzese ha commentato le dichiarazioni di sir Iain Livingstone, commissario capo di “Police Scotland”, la polizia a nord del vallo di Adriano, che, in un’intervista con lo “Scottish Sun”, il più diffuso quotidiano scozzese, ha dichiarato che esiste un atteggiamento anticattolico e antimusulmano tra gli agenti anche se non viene manifestato in modo esplicito. Non è la prima volta che sir Livingstone riconosce che alcuni suoi agenti sono razzisti e non hanno rispetto per i diritti umani di donne e minoranze etniche e religiose; il cosiddetto “razzismo istituzionale”, dovuto alla mentalità e al tipo di organizzazione di una certa istituzione, è stato anche denunciato da un rapporto, alla fine di maggio. L’inchiesta ha messo in luce una cultura dell’omertà, dentro la polizia scozzese, che fa sì che chi denuncia il razzismo venga emarginato. “Come organizzazione dobbiamo guardare le nostre strutture e le nostre politiche per assicurarci che il razzismo istituzionale venga eliminato”, ha detto Livingstone allo “Scottish Sun”. “Si tratta di mali sociali molto seri. Dobbiamo affrontarli e assicurarci che qualunque discriminazione, si tratti di religione, razza, disabilità o genere, sia considerata inaccettabile”.