“Cosa ci dicono i 6.500 ragazzi dai 12 ai 18 anni che hanno risposto alle oltre 40 domande della nostra consultazione sul loro futuro? Che l’Italia fa poco per i giovani. Tuttavia, nonostante percepiscano una distanza da parte delle istituzioni verso i loro bisogni e nonostante le preoccupazioni che hanno per il presente, a sorpresa si mostrano fiduciosi verso il futuro. Insomma, pensano di farcela e guardano il loro avvenire con speranza. Ma attenzione: molti vedono la propria realizzazione lontano dalla loro attuale residenza, se non addirittura all’estero”. Carla Garlatti, Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza, commenta così i numeri contenuti nel volumetto che riassume i risultati della consultazione dell’Agia “Il futuro che vorrei”. “Sfogliando la pubblicazione si possono cogliere qua e là spunti per un approfondimento da parte degli esperti – prosegue Garlatti -. Ad esempio, rispetto alla parola ‘futuro’ c’è sì curiosità senza differenze di genere, ma sono le femmine a essere più impaurite dal domani rispetto ai maschi. Il rapporto è del 52,4% contro il 34,8%. Al primo posto tra le preoccupazioni dei giovani si conferma quella verso i cambiamenti climatici, è però interessante che a essere presenti nelle loro menti siano anche le diseguaglianze sociali ed economiche e la guerra”.
“Non si tratta di prospettive che affrontano con rassegnazione e con inerzia. Al contrario, i ragazzi si sentono parte attiva e credono che le manifestazioni di protesta non siano inutili. Allo stesso modo quasi il 54% ritiene che per salvare il pianeta contino le azioni di ciascuno. Ciò che mi colpisce di più, tuttavia, è che questi ragazzi (quasi l’80%) denuncino di non sentirsi ascoltati dai decisori politici e che solo il 3,8% ritenga che in Italia la categoria più tutelata sia quella dei giovani. Questo è tanto più grave se si pensa che di fronte alle sfide di oggi e di domani è invece indispensabile coinvolgere coloro che saranno destinatari degli effetti delle scelte politiche: quello della partecipazione non è solo un principio sancito dalla Convenzione di New York, ma una delle basi della democrazia”, sottolinea la garante per l’infanzia e l’adolescenza.
“L’auspicio, in conclusione, è che le sollecitazioni che provengono dal mondo giovanile possano essere l’inizio di un cammino da fare insieme, minorenni e adulti, ponendo maggior attenzione alle istanze di una fascia della popolazione troppo spesso sacrificata o dimenticata. Da parte mia me ne farò carico in occasione della presentazione della Relazione annuale dell’Autorità garante al Parlamento, in programma mercoledì 14 giugno alle ore 11 alla Camera dei deputati”, conclude Garlatti.