Il 60% dei residenti dei Collegi universitari di merito della Fondazione Rui trova un lavoro in linea con i propri studi a un mese dalla laurea e il 93% entro un anno, con un primo stipendio medio di circa 1.750 euro mensili. E non sono solo contratti brevi o sostituzioni: in un caso su due si tratta di occupazioni stabili entro il primo anno dalla laurea, in 3 su 4 entro i primi due anni. Il 60% degli intervistati inoltre valuta molto o estremamente utile l’esperienza della vita nelle residenze della Fondazione per l’inserimento nel mondo del lavoro e per lo svolgimento dei compiti affidati, e il 90% la consiglia molto o moltissimo.
Sono alcuni dei dati che emergono da una ricerca appena conclusa che ha coinvolto il network di ex residenti dei Collegi di merito della Fondazione Rui, migliorativi di una fotografia già lusinghiera scattata nel 2020 da The European House of Ambrosetti su tutti i Collegi universitari di merito. Dati che sottolineano l’importanza di valorizzare il merito come “ascensore sociale”, indipendentemente dal contesto socioeconomico da cui si proviene, e con un occhio di riguardo allo sviluppo del talento femminile, in modo che possano essere risorsa strategica per l’intero Sistema Paese.
La Fondazione Rui gestisce 12 residenze universitarie accreditate dal Mur: 5 a Milano, 3 a Roma, 2 a Genova, 1 a Bologna e 1 a Trieste: ogni anno ospita in media circa 500 studenti meritevoli e il 90% di essi gode di agevolazioni che possono coprire fino al 100% della retta, grazie a borse di studio e convenzioni con le Aziende e le Università. I residenti non ricevono solo vitto e alloggio, ma anche un progetto formativo personalizzato e molte occasioni di crescita per sfruttare appieno gli anni di studio.
“Crediamo sia fondamentale approfondire il tema del talento quando si mette al centro della propria mission la formazione dei giovani – commenta Giuseppe Ghini, presidente di Fondazione Rui –. Nei nostri collegi ogni studente è protagonista del suo percorso di crescita, che lo porta a riconoscere inclinazioni e potenzialità”. I residenti “sono sostenuti da tutor e mentor in un percorso personalizzato che permette loro di studiare in modo efficace, laurearsi in corso e trovare in pochi mesi un’occupazione soddisfacente”. E questo a prescindere dall’estrazione socioeconomica: un intervistato su tre infatti afferma di provenire da una famiglia in fascia di reddito bassa o medio-bassa, circa la metà (53%) in fascia di reddito media e solo il 13% in fascia alta. A livello lavorativo, oltre la metà degli intervistati ricopre posizioni apicali (18% top manager/partner e il 35% senior) e ha tra i 30 e i 50 anni, il 35% svolge un ruolo intermedio e l’11% è un entry level che nella grande maggioranza (80%) ha meno di 29 anni. Circa la metà (48%) del campione ha conseguito un titolo post laurea.