Uno studio osservazionale condotto a livello globale tra il 2018 e il 2020 ha dimostrato che molti neonati muoiono perché gli antibiotici usati per curare la sepsi stanno perdendo la loro efficacia. Lo studio ha coinvolto più di 3200 neonati affetti da sepsi in 19 ospedali di 11 diversi Paesi del mondo. Per l’Europa, l’Ospedale pediatrico Bambino Gesù ha partecipato come struttura di controllo in termini di qualità rispetto ai Paesi in via di sviluppo inclusi nella ricerca, dove è stata rilevata un’elevata mortalità tra i neonati con emocolture positive (in media quasi 1 su 5) e un alto livello di resistenza agli antibiotici. Grazie allo studio, sono stati raccolti dati importanti e sviluppati nuovi strumenti che aiuteranno a migliorare il trattamento dei neonati con sepsi.
I risultati dello studio osservazionale sono stati pubblicati in un articolo su Plos Medicine, a cui ha contribuito un gruppo di oltre 80 ricercatori provenienti da quattro diversi continenti. Il tasso di mortalità nei 19 ospedali coinvolti nello studio è stato molto variabile, oscillando tra l’1,6% e il 27,3%, con numeri nettamente più elevati nei Paesi a basso e medio reddito. Allo studio hanno partecipato gli specialisti degli ospedali di Bangladesh, Brasile, Cina, Grecia, India, Italia, Kenya, Sudafrica, Thailandia, Vietnam e Uganda. Sulla base dei dati raccolti, il team ha sviluppato due strumenti da utilizzare negli studi clinici e nelle unità di terapia intensiva neonatale di tutto il mondo: il NeoSep Severity Score, basato su 10 segni e sintomi clinici, che i medici potranno utilizzare per identificare i neonati più ad alto rischio e garantire che ricevano rapidamente le cure necessarie; e il NeoSep Recovery Score, che utilizzando molti degli stessi segni e sintomi clinici, fornirà ai medici informazioni chiave sull’opportunità di intensificare le cure.
Ci auguriamo che NeoObs sia il primo passo per progettare nel prossimo futuro studi clinici volti a identificare nuovi biomarcatori di sepsi e studiare sicurezza ed efficacia nel tempo di nuovi agenti attivi contro i batteri multiresistenti” ha sottolineato Maia de Luca, pediatra infettivologa del Bambino Gesù che collaborato all’indagine insieme ai clinici dell’Unità operativa di Malattie infettive e ai ricercatori del Laboratorio di microbiologia dell’ospedale.