“Caro Don Nicolò, grazie per la tua bellissima lettera, mi hanno fatto molto piacere le tue parole così piene di umanità. Ancora di più leggere che abbiamo in comune De Andrè e Genova, ‘Creuza de ma’, il porto di mare che da sempre accoglie gente da tutto il mondo. Che include, mai esclude. Come l’Emilia Romagna, questa terra fantastica e sorridente, ora ferita. Ma si rialzerà”. Così il cantante Vasco Rossi risponde alla lettera aperta di monsignor Nicolò Anselmi, vescovo di Rimini, in vista del concerto che porterà nella cittadina romagnola 44mila fans. “Io sono qui per portare un po’ di gioia, di carica, di solidarietà, i miei due concerti saranno ‘dedicatissimi’ a questa terra che io amo, ci sono nato e so che si rialzerà – scrive Vasco Rossi -. Io non sono un gran parlatore, mi esprimo con le canzoni. La mia ‘combriccola’ è diventata un ‘popolo’ sì, ma sempre tutta di gente a posto con dei valori, hanno dei sogni. E poi il duro scontro con la realtà. Io mi limito a raccontare loro quello che ho imparato, che ‘le stelle stanno in cielo, i sogni non lo so, so solo che son pochi quelli che s’avverano’. A me credono perché sanno che sono sincero e dico solo la verità. Che la realtà è meno dura di quello che uno immagina, meglio affrontarla, guardarla in faccia. Senza naturalmente mai rinunciare a ‘una vita spericolata’, come le star al Roxy bar. Guai smettere di sognare. Mi dicono che tutti ti amano qui a Rimini, che sei un prete, un uomo… Un vescovo di mare, navighi anche tu tra le debolezze dell’uomo, anche tu come Don Gallo, costruisci ponti, non muri. Per me Rimini è come essere a casa, mi ci sono sempre trovato bene. Benvenuto, ben arrivato bentrovato, caro Don Nicolò… e grazie per il tu”.