“Questo tempo dell’amore sembra oggi difficile da vivere. È difficile riuscire a mettersi assieme, far diventare dialogo profondo il sentimento, uscire dalla solitudine in cui si è stati troppo tempo, trovare finalmente un’intesa, aiutati dalla forza insopprimibile della sessualità. È difficile districarsi tra quel mare di immagini, di provocazioni, di esperienze, di fallimenti che sbattono davanti gli adulti con la loro vita, con i loro interessi e con le loro tv”. Lo scrive mons. Domenico Sigalini, presidente del Centro orientamento pastorale (Cop), nel numero di giugno di “Orientamenti pastorali”.
Nella sua riflessione intitolata “Scelgo di fare famiglia”, il presule spiega che “quando un uomo e una donna si vogliono bene mobilitano direttamente il Creatore, toccano un nervo scoperto che fa aprire direttamente il cielo, sbalzano dal letto il buon Dio, perché lo stanno incarnando di nuovo sulla terra e imprigionando nel loro amore”. E l’amore, prosegue, “trova la sua pienezza nel matrimonio e lì, nel matrimonio, c’è un amore che non muore, perché ha la forza stessa di Dio”. Sul significato della fedeltà Sigalini osserva: “Come Cristo non ha abbandonato né l’umanità né la Chiesa quando lo inchiodavano alla croce, così anche ogni matrimonio stabilito nel Signore si conserva come definitivo anche quando è diventato una crocifissione. Per chi crede, Cristo è sempre lì a dare forza, conforto, speranza. Chi si impregna di questo spirito nei giorni felici, potrà continuare a vivere con questa speranza nelle ore difficili”.
Per quanto riguarda i figli, “aprirsi alla vita vuol dire sperare: è vedere oltre, è non cedere all’evidenza, è avere in cuore una attesa certa, è vivere di sogni che si realizzano, è non dire in nessun caso: ‘ormai’, è vivere da sentinelle non da becchini, è non aver paura del futuro” ma “affidarsi alla certezza dell’amore di Dio” sapendo che “il seme porta sempre frutto e continua la tua vita, è collaborare con Dio per tenere viva l’umanità”. Allora, conclude il presule, “è bello e necessario avere figli e godere della vita che Dio ci ha dato”.