Disabilità: suor Donatello (Cei), “la finalità è l’appartenenza che per noi cristiani è la parola più alta che riconcilia con la vita”

Foto Calvarese/SIR

“Abbiamo lavorato tanto sul cammino di iniziazione cristiana delle persone con disabilità, ma a volte credo che dovremmo anche accompagnare”. Così suor Veronica Amata Donatello, responsabile del Servizio nazionale per la pastorale delle persone con disabilità della Cei, a margine del secondo convegno nazionale dal titolo “Noi, non loro” in corso a Roma. “A volte – spiega -, finito il cammino, la persona viene delegata alle associazioni e ai movimenti. Invece la spiritualità fa parte della vita, è l’humus della vita, è il respiro della vita. Non è vero che basta la salute. Se non hai una vita nello spirito, se non hai una vita spirituale, non hai la pienezza. A volte – ribadisce – alle persone con disabilità non viene data questa possibilità. Non trovano gente che spreca il tempo – inteso come lo sprecare che nel Vangelo è il profumo – per loro, per accompagnarle in un colloquio, in un cammino. Siamo chiamati a fare questo salto: una parte di cammino è stata fatta ma ora non bisogna dimenticare le persone e insieme a loro i genitori e chi vive affianco, su questo abbiamo una responsabilità grande. L’inclusività è il processo che mettiamo in atto per togliere le barriere, ma non basta. La finalità è l’appartenenza che per noi cristiani è la parola più alta che riconcilia con la vita”.

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