Sulla partecipazione delle persone con disabilità nelle comunità di fede si sofferma William Gaventa, fondatore e direttore emerito dell’Istituto di teologia e disabilità, il Disability Ministry Network (Stati Uniti), nel suo intervento all’interno della prima tavola rotonda del secondo convegno nazionale, promosso dal Servizio nazionale per la pastorale delle persone con disabilità della Cei. Gaventa parte dal presupposto che la spiritualità sia presente in tutti gli aspetti della persona e pone in particolare l’accento sulla necessità per gli operatori di andare oltre il concetto della inclusività e di considerare quello dell’appartenenza: “Negli Stati Uniti – afferma – molte persone che frequentano le chiese non sentono l’appartenenza. Ai professionisti suggerisco di reinterpretare ciò che significa essere professionisti, aumentare il rapporto con le persone con disabilità, assicurarci che continuino ad avere dei legami, dei collegamenti, che siano persone che costruiscono comunità e infine riconoscere la spiritualità come una dimensione importante nella vita delle persone che sosteniamo. Come professionista, riconosco la reciprocità dei rapporti che si hanno con le famiglie e con le stesse persone. Sono cresciuto grazie a coloro che ho incontrato e continuo a fare domande. Noi professionisti dobbiamo dire che siamo noi a ricevere”.