“Il patrimonio archeologico, storico e artistico che contraddistingue il nostro Paese rappresenta l’espressione più autentica di un popolo che è stato capace nei secoli di assimilare culture diverse, facendo dell’Italia uno scrigno di bellezze incommensurabili distribuite su tutta la penisola, che è privilegio e al tempo stesso responsabilità per chi le ha ricevute in dono conservare e trasmettere alle prossime generazioni”. Lo sottolinea il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel messaggio diffuso in occasione della “Giornata dell’archeologia italiana all’estero” organizzata dal ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale in collaborazione con il Comune di Roma.
“Questa vocazione alla tutela del patrimonio culturale – osserva il capo dello Stato – è riflessa anche nei principi fondanti della nostra Costituzione, laddove l’articolo 9 – unendo assieme cultura, ricerca scientifica e tecnica, ambiente e paesaggio – afferma che la Repubblica tutela il patrimonio artistico, storico e paesaggistico. Una disposizione di notevole originalità, che trova pochi paragoni nelle altre Carte costituzionali e che si spiega proprio alla luce di un contesto storico e culturale eccezionalmente ricco”.
“Su questa solida base nasce e si sviluppa il desiderio di scoperta dei nostri studiosi di archeologia all’estero”, prosegue Mattarella, riferendosi ad “una realtà che oggi coinvolge oltre 60 Paesi, 246 missioni archeologiche e migliaia di ricercatori, tra cui tantissimi giovani, che quotidianamente, con entusiasmo e passione si dedicano all’attività sul campo nei contesti culturali più diversi”.
La “Giornata dell’archeologia italiana all’estero” – aggiunge il presidente – “rappresenta innanzi tutto un doveroso riconoscimento a tutti coloro che ogni giorno, con dedizione, portano avanti il testimone di questa eccellenza italiana nel mondo. Questa prima edizione costituisce anche una preziosa occasione per mettere a confronto esperienze maturate in Paesi diversi e per rafforzare il ruolo delle missioni archeologiche – sotto il coordinamento del ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale – nella promozione dell’Italia sotto il profilo culturale e scientifico. Un’azione che si inserisce armonicamente nella politica complessiva di valorizzazione del nostro sistema Paese all’estero, che nella cultura trova uno dei suoi strumenti più efficaci”. “Da questa prospettiva, la diplomazia culturale realizzata in ambito archeologico contiene straordinarie possibilità legate alla sua naturale capacità di superare barriere, fortificare relazioni, facilitare il dialogo, anche laddove differenze di carattere politico o ideologico lo rendono più arduo. È per questa ragione – conclude Mattarella – che le missioni archeologiche, spesso presenti in Paesi da noi distanti geograficamente e culturalmente, sono un patrimonio prezioso che occorre continuare a sostenere e promuovere”.