“La ringrazio di cuore per aver accettato di presiedere la santa messa e la recita della supplica alla Vergine del Santo Rosario. Attraverso di lei, presidente dalla Conferenza episcopale italiana, sentiamo presente qui tutta la Chiesa italiana, che oggi, ‘in questo giorno solenne”, certamente si unisce a noi, nella preghiera “alla più tenera tra le madri’. In tutta la nostra Nazione è, infatti, molto viva la devozione alla Madonna di Pompei”. Con queste parole l’arcivescovo di Pompei, mons. Tommaso Caputo, ha dato il benvenuto al card. Matteo Zuppi, “in questa città straordinaria, dove fede, carità e cultura si intrecciano in modo mirabile”. Il porporato oggi, infatti, presiede la messa e la supplica alla Beata Vergine di Pompei.
“Anche il nostro amato Papa Francesco è in unione di preghiera con noi”, tanto che ieri durante il Regina Coeli, “ha rivolto, come sempre, un pensiero a Pompei” per la supplica e ha chiesto “in questo mese di maggio” di pregare “il Rosario chiedendo alla Vergine Santa il dono della pace, in particolare per la martoriata Ucraina”. Dopo aver ringraziato il Papa per le sue parole, mons. Caputo ha evidenziato come ad accogliere il card. Zuppi si sono “quasi tutti i vescovi della Campania, a esprimere l’unità della Chiesa nella nostra regione attorno a lei”.
Ricordando il Cammino giubilare longhiano, nel 150° anniversario dell’arrivo a Pompei di Bartolo Longo, in corso, l’arcivescovo di Pompei ha evidenziato l’impegno a “essere convinti apostoli del Rosario. Non solo pregarlo e farlo pregare, ma metterlo in pratica, con l’amore a Dio e ai fratelli, soprattutto i più bisognosi, nei quali riconosciamo Cristo stesso”. “In questo – ha aggiunto -, lei, eminenza, può farci da guida, perché da anni si dedica al servizio di fratelli in difficoltà, spendendosi in prima persona per la pace, la concordia, la promozione umana”.
Proprio alla pace, “il nostro fondatore dedicò la facciata davanti alla quale stiamo vivendo questa celebrazione. Tra poco pregheremo per la pace in tutto il mondo e in particolare in Ucraina, e il mio saluto più caro va ai fedeli ucraini che qui a Pompei si radunano per le loro liturgie, da oltre 15 anni, e che sono presenti numerosi in piazza con il loro cappellano”, ha proseguito mons. Caputo.
A Pompei, ha quindi ricordato, “da circa 130 anni, seguendo l’ispirazione del beato Bartolo Longo, attorno a questo santuario della fede è presente il santuario della carità per accogliere, nel nome di Cristo, l’umanità ferita: bambini e adolescenti, provenienti da contesti di disagio sociale nei Centri ‘Beata Vergine’ e ‘Bartolo Longo’, donne sole e i loro bambini a Casa Emanuel; i più poveri tra i poveri nella Mensa ‘Papa Francesco’; neonati, giovani e adulti nelle cinque Case Famiglia del Centro ‘Giovanni Paolo II’”.