“L’incontro di sabato è andato bene. Il nostro intento era realizzare un incontro che già in questa occasione riuscisse a ‘trasmettere’ una area di familiarità e accoglienza nei confronti di tutte le famiglie perché si potesse creare un clima di reale ascolto e di reale condivisione”. È don Mauro Santoro, presidente della Consulta diocesana “Comunità cristiana e disabilità – O tutti o nessuno” di Milano, a fare un bilancio al Sir dell’appuntamento che si è svolto nel capoluogo lombardo, sabato 6 maggio, dal titolo “Famiglia di famiglie: un incontro che profuma di noi”, in corso oggi a Milano, presso il Centro Asteria, in piazza Francesco Carrara 17. Il convegno diocesano, che ha avuto come sottotitolo “Costruire un progetto di vita tra forza e fragilità”, è stato promosso dalla Consulta “Comunità cristiana e disabilità – O tutti o nessuno e Servizio per la famiglia” della diocesi di Milano, in collaborazione con il Servizio nazionale per la pastorale delle persone con disabilità e l’Ufficio nazionale per la pastorale della famiglia e con la partecipazione di Fondazione CondiVivere e Confad. “Gli interventi sono stati utili a stimolare quello che vorrebbe essere il nostro stile che vorremmo trasmettere non solo in occasione di un convegno, ma nelle occasioni quotidiane della comunità cristiana. Dobbiamo tornare ad ascoltarci realmente, facendo delle conversazioni di valore e conoscendo il valore dell’altro per quello che è, con i suoi punti di forza e i suoi punti di fragilità”, dice don Santoro. “Credo – aggiunge – che oggi quello che manca sia questo, non progetti o idee: mancano quelle affinità, quei legami, quella rete di relazioni di comunità che rischiamo veramente di perdere. E questo, alla fine, lo paghiamo tutti perché il prezzo della rottura di reti, di relazioni – che vogliono dire ascolto e partecipazione – porterebbe a vivere il dramma dell’isolamento e della solitudine soprattutto nelle famiglie più fragili. Abbiamo voluto trasmettere questo: o ripartiamo da qui o non ne usciamo”.
L’incontro ha dato un contributo a trasmettere forte e chiaro il messaggio. “Con il convegno – chiarisce don Mauro – noi abbiamo voluto lanciare una visione: anche all’interno di questi momenti di ascolto è ora di mandare in soffitta alcune modalità di incontro per categorie. Quando abbiamo pensato a un incontro per famiglie lo abbiamo concepito non solo per le famiglie con disabilità, ma per tutte le famiglie: l’obiettivo deve essere che ci sia una famiglia di famiglie e non le famiglie che hanno all’interno persone con disabilità o malate, le famiglie con fallimenti matrimoniali o educativi, quasi fossero ghetti”. Di qui la sfida: “Dobbiamo tornare al profumo del noi dove la comunità stessa è fatta dalle persone che partecipano vivendo tra loro quell’accoglienza, quella cordialità, quella valorizzazione di ognuno, con i propri punti di forza e di fragilità, ma ognuno portatore di valore per il bene della comunità. Su questo – non so se solo a Milano – c’è ancora una concezione settoriale e segregante non solo delle famiglie con disabilità, anche di altre forme di fragilità. In diocesi lavoreremo per superare queste separazioni e porteremo avanti un lavoro pastorale dove la tematica della cosiddetta inclusione o di creare intrecci tra tutti non si traduca nel fare qualcosa solo per le famiglie con disabilità, ma nel far sentire queste famiglie parte di un noi e questo lo si può fare solamente se iniziamo a educare che queste famiglie devono stare con altre famiglie”. Questa, conclude don Santoro, “è la scommessa più grossa”.