“Fellini raccontava che la sua vera casa era Cinecittà. Bisogna quindi recuperare e mantenere con grande rispetto l’identità spirituale che emana il luogo. Un’emanazione sentita anche dai grandi artisti che visitano il teatro 5 intitolato a lui”. Lo ha detto Chiara Sbarigia, presidente di Cinecittà, durante un incontro di ieri pomeriggio intitolato “Fellini tra cielo e terra. Testimonianze e studi sul sacro in Federico Fellini”, che si è svolto presso l’Università Pontificia Salesiana di Roma. “Si interessava di spiritismo, è vero – ha aggiunto -. Ma penso che tutti gli aspetti diversi collegano a una dimensione più mistica”. Un ricordo personale del grande regista lo ha offerto Silvia Scola, sceneggiatrice e figlia di Ettore Scola. “Con mio padre – ha affermato – avevano un’amicizia maschile, di famiglia. Giulietta Masina era molto riservata, eterea, devota alla spiritualità del marito. Si è trovata ad accompagnare un grande e ad affrontare la sfera della sua visione dell’immaginario femminile, il suo modo di raccontare fra il fiabesco e il menzognero. Era innamorata e devota. L’ho sempre vista sofferente ma forse era più la mia proiezione di femminista. Era innamorata e l’amore le ha fatto accettare fino in fondo il marito”. Oggi esiste un museo dedicato dalla città natale del regista, Rimini. “Oggi si comincia a percepire quanto il cinema di Fellini faccia parte del Dna della città. Abbiamo i grandi simboli come il ponte di Augusto e si incomincia a pensare che anche il suo cinema lo sia”, commenta Marco Leonetti, direttore del Fellini museum di Rimini.