“Il prezzo della pasta nel mese di marzo ha fatto registrare un aumento del 17,5% rispetto all’anno precedente. Una crescita del prezzo con queste percentuali non è giustificata dai costi. Siamo in presenza di una situazione che porta confusione ai numerosi lavoratori e lavoratrici del settore ed a tutti i consumatori. Valutiamo positivamente, a tal proposito, l’iniziativa del ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, di dare mandato al Garante per la sorveglianza dei prezzi, Benedetto Mineo, di convocare la Commissione di allerta rapida per analizzare la dinamica degli aumenti”. Così Nicola Tavoletta, presidente nazionale di Acli Terra, l’associazione professionale agricola di ispirazione cristiana che promuove, tutela e assiste i lavoratori e produttori del comparto agricolo e le buone pratiche in un quadro economico-produttivo e sociale ecosostenibile. Per Tavoletta, “questo aumento è ingiustificato e non ha nessun motivo di esserci” e aggiunge che “il mercato della pasta, sia a livello nazionale che internazionale, per noi è strategico: l’Italia copre il 25% di tutto il mercato mondiale, abbiamo un impegno nel settore di 7.500 addetti, con 200mila aziende agricole e fornitrici di grano duro, 350 molini per la prima trasformazione e circa 120 aziende di trasformazione finale”. “Occorre, quindi, una indagine approfondita per controllare la trasparenza del mercato, se necessario anche con l’attività della Guardia di Finanza, rispetto alla grande distribuzione o alle piattaforme logistiche”, conclude il presidente nazionale di Acli Terra.