“La figura di don Lorenzo Milani è di difficile collocazione. È stato un profeta perché ha visto delle cose che noi stentiamo a vedere. È stato un maestro, nell’accezione che dava: un maestro non ha nessun interesse culturale quando è solo”. Così Eraldo Affinati, scrittore e insegnante, durante il convegno oggi pomeriggio, a proposito del priore di Barbiana. “È stato – ha continuato – anche un grande scrittore epistolare nella tradizione italiana, come Caterina da Siena e Petrarca. Non ricopiava in bella le lettere, scriveva di getto. Ha consegnato un corpus fra i più importanti nel novecento”. Per lo scrittore e fondatore della scuola di italiano per immigrati Penny Wirton un tema principale nell’opera di don Milani è la giustizia, “quella – ha rilevato – del docente quando fa l’appello, guarda i suoi studenti e già in quel gesto si prende cura dei ragazzi. Se il docente non fa questo è inutile che spieghi e vada avanti con il programma”. Riguardo all’esperienza della scuola rivolta agli stranieri, Affinati ha aggiunto: “La scrittura è importante perché attraverso di essa comunichi le emozioni. Lo vedo con i ragazzi, quando scrivono la loro storia diventano grandi, maggiorenni in senso spirituale. Quando scrivi devi scegliere delle parole, nella scrittura l’esperienza è carne viva. Insegnare a scrivere non significa solo insegnare i nomi e i verbi ma condurre verso la maggiore età”.