“Il dialogo che praticate e promuovete, per essere fruttuoso, richiede uno stile di sincerità e rispetto reciproco, nella consapevolezza sia delle convergenze sia delle divergenze”. Lo ha detto il Papa, ricevendo in udienza i partecipanti al VI Colloquio tra il Dicastero per il Dialogo interreligioso e il Royal Institute for Inter-Faith Studies, sul tema “Creative Commonalities between Christianity and Islam”. “È sulle prime che bisogna soprattutto puntare, ossia su ciò che ci unisce, a livello religioso-spirituale come a livello etico-morale”, la tesi di Francesco: “In questo senso, voi vi proponete di dare risalto a numerosi valori comuni, quali l’adorazione del Dio unico, la preghiera, il digiuno, il pellegrinaggio, la compassione, la condivisione, la cura per le persone svantaggiate e sofferenti: l’orfano, la vedova, l’ammalato, l’anziano, l’immigrato, il rifugiato”. “Crediamo anche che non tutto finisce con la morte, ma che c’è un’altra vita, eterna, dove renderemo conto a Dio delle nostre azioni e riceveremo ricompensa o punizione”, ha affermato il Papa: “Pertanto il nostro comune impegno è per una vita buona, che dia gloria a Dio e gioia a quanti incontriamo nel nostro pellegrinaggio terreno”. Al termine del suo discorso, a braccio, Francesco ha citato “il dramma della Turchia e della Siria”: “Il nostro cuore – ha detto – è vicino a tanta gente che ha vissuto il dramma del terremoto. Preghiamo per loro e facciamo del nostro meglio per aiutarli: ci sono musulmani, cristiani, fratelli e sorelle nostre”.