“Oggi portiamo la ‘guerra a pezzi’, quella che si consuma nei tanti luoghi sparsi per il Pianeta e che è una grande guerra frantumata nel mondo. Ma è anche la guerra fatta a pezzi dai nostri giovani, che ogni giorno, con la loro testimonianza di vita, dicono ‘No’ all’idea di nemico e sono prova della volontà di non abbandonarsi reciprocamente”. Lo ha affermato Franco Vaccari, presidente e fondatore di Rondine Cittadella della Pace, commentando la presenza oggi in piazza San Pietro dei 33 giovani a cui Papa Francesco ha rivolto prima un ringraziamento pubblico per poi incontrarli sul sagrato incoraggiandoli: “Andate avanti, continuate così”.
“Dobbiamo ostinatamente valorizzare i giovani che – ha aggiunto Vaccari – da una parte e dall’altra si richiamano e non si arrendono alla logica delle guerre, che non vogliono essere separati ma vogliono ricostruire e riallacciare i rapporti demoliti. Sono semi preziosi che vanno nutriti, e le parole di Papa Francesco oggi sono un dono di forza e coraggio per questi ragazzi”. Ad accompagnare i giovani anche il vescovo di Arezzo-Cortona-Sansepolcro, mons. Andrea Migliavacca, per il quale “Rondine Cittadella della Pace è un patrimonio importante per la nostra diocesi e per questi tempi nei quali i rombi della guerra si fanno sempre più brutali e insistenti. L’udienza con Papa Francesco è occasione che conferma l’impegno per la pace di Rondine e indica nei giovani e nella costruzione di fraternità tra giovani la strada da percorrere. Sono particolarmente grato a Papa Francesco per questa sua attenzione e alla realtà di Rondine”.
Rondine ospita attualmente ventidue studenti e studentesse della World House – di età compresa tra i 21 e i 28 anni – che provengono dalle aree dei Balcani, Europa dell’Est, Medio Oriente, Caucaso del Sud, Africa Occidentale, dove imperversano guerre civili e scontri armati. Tra di loro, da quest’anno, anche le prime tre studentesse ucraine, che, con coraggio, hanno accettato la sfida di entrare in un percorso di confronto, formando “coppie di nemici” Russia-Ucraina in un momento in cui la guerra è in atto con un livello di intensità e implicazioni ancora molto gravi e incerte.