Diocesi: mons. Leuzzi (Teramo) ai giovani, “sapienti e intelligenti per essere umili e semplici costruttori”

(foto diocesi Teramo-Atri)

“Molti di voi stanno concludendo un ciclo di scuola o di Università, e poi dovranno inserirsi nel mondo del lavoro o fare scelte vocazionali. La festa di Pentecoste ci ricorda che scegliere non è facile, o quanto meno non è automatico. Molti vorrebbero evitare di scegliere affidandosi al caso o alla lotteria. Dobbiamo invece aprici alla novità! La novità della vita è sintesi di preparazione e di partecipazione e non pura casualità. La Pentecoste ci ricorda che la novità esiste nella storia, bisogna però accoglierla con sapienza e intelligenza”. Sono queste le parole che mons. Lorenzo Leuzzi, vescovo di Teramo-Atri, scrive nella lettera ai giovani del mese di giugno, partendo dalla Pentecoste appena trascorsa, definita un evento che aiuta ognuno a vivere ed a saper vivere, anche nella società moderna senza essere travolti dagli avvenimenti, grazie alla sapienza ed all’intelligenza che sono doni dello Spirito Santo sceso sulla Chiesa proprio in quel giorno. “Cari giovani, per voi che dovrete costruire il vostro futuro, vi ricordo che essere sapienti e intelligenti non è sinonimo di superiorità che talvolta si manifesta in forme di presunzione. È invece la via per essere umili e semplici costruttori”, prosegue il presule che evidenzia l’importanza di queste doti soprattutto nelle scelte: “Avere progetti non significa possedere la certezza che tutto andrà bene! È invece la gioia di saper affrontare le situazioni con speranza. Ma ciò richiede sapienza e intelligenza. Sono i doni dello Spirito Santo, di cui ha bisogno l’umanità che deve vivere non nell’utopia, ma nella realtà della vita, come ci ricorda spesso papa Francesco”. Il vescovo invita i giovani a non fuggire davanti alle grandi scelte della vita, ricordando loro che non sono soli e rimarcando l’importanza di camminare con sapienza ed intelligenza, senza invidiare eventuali amici che corrono più veloci: “Ciò che ci rende felici e gioiosi è la fatica di aver costruito la propria vita non per sentito dire, ma perché abbiamo saputo accogliere le domande della vita. Essere sapienti e intelligenti!”.

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