“Abbiamo voluto chiamare questa nostra iniziativa Bilancio di missione e non sociale perché l’idea-guida è che il documento, pubblicato dalla nostra Chiesa per la prima volta, possa centrare il senso complessivo della missione che ci è affidata. Molte altre diocesi hanno già fatto i loro Bilanci, ma con criteri diversi. Noi siamo partiti dall’analisi della situazione per il 2021-2022, proprio per offrire uno strumento che confronti le risorse con la missione stessa, per cui i numeri pubblicati sono un tentativo che aiuta a capire se abbiamo centrato l’obiettivo”.
A dirlo, durante la presentazione del primo Bilancio di missione dell’arcidiocesi di Milano, è stato mons. Bruno Marinoni, moderator curiae ambrosiano e vicario episcopale per gli Affari generali. “Lo sforzo fatto in questo documento – ha proseguito – è quello di rendere trasparenti e comprensibili a tutti le dinamiche attraverso cui la Diocesi assolve ai propri compiti: anzitutto ai cristiani che vivono sul territorio e a coloro che operano negli enti descritti, ma più ampiamente all’insieme dell’opinione pubblica”.
Una serie di dati, quelli del Bilancio, che, al di là del valore quantitativo, vanno letti all’interno di un quadro orientativo e, appunto, di missione per il futuro, come ha notato Elena Beccalli, preside della Facoltà di Scienze bancarie, Finanziarie e Assicurative dell’Università Cattolica, l’ateneo chiamato a collaborare alla stesura del documento.
“Si può evidenziare che il Bilancio di missione consente all’arcidiocesi di rendersi accountable verso l’esterno, dando evidenza dei processi di generazione e distribuzione del valore. Oggi il dare conto delle proprie azioni in modo trasparente e rigoroso, come fatto in questo Bilancio di missione, è il presupposto della fiducia degli attori esterni che consente di alimentare un circolo virtuoso tra l’ente e le sue comunità nel raccogliere, moltiplicare e distribuire valore”.