Il card. Giuseppe Petrocchi, arcivescovo di L’Aquila, ha fatto arrivare al Colonello Bozzi, Comandante del 9° Reggimento Alpini, “la solidarietà e la prossimità Sua personale e dell’intera comunità ecclesiale aquilana agli Alpini rimasti feriti negli incidenti in Kosovo, mentre svolgevano una missione di pace nell’ambito di accordi internazionali. Assicura una fraterna preghiera e affida i cari militari e le loro famiglie all’intercessione di San Celestino V, nell’anno giubilare della Perdonanza (Anno della Misericordia)”. Lo rende noto l’Ufficio Comunicazioni Sociali dell’arcidiocesi.
Sono una trentina i militari della Kfor rimasti feriti nei violenti scontri di ieri a Zvecan, nel Kosovo. Fra loro 11 alpini del nono Reggimento l’Aquila. I militari erano intervenuti per disperdere i circa 300 dimostranti serbi che contestavano il nuovo sindaco di etnia albanese. Hanno riportato ferite multiple, comprese fratture e ustioni da ordigni incendiari esplosivi improvvisati. Tre soldati ungheresi sono stati feriti da colpi di armi da fuoco, ma non sono in pericolo di vita. Questa mattina manifestanti serbi si sono nuovamente radunati davanti ai Municipi di Zvecan, Zubin Potok e Leposavic per protestare contro l’insediamento nei loro uffici dei nuovi sindaci di etnia albanese eletti nel voto locale del 23 aprile scorso. A presidiare le zone più sensibili sono unità della polizia kosovara e militari della Kfor, la Forza Nato in Kosovo. Dure condanne dei gravi incidenti di ieri sono giunte nelle ultime ore anche da Eulex e Unmik, le missioni Ue e Onu in Kosovo. E proseguono le accuse incrociate tra Pristina e Belgrado, che si addossano a vicenda la responsabilità delle nuove forti tensioni e degli scontri nel nord del Kosovo.