Un cesto con i prodotti dell’agricoltura romagnola salvati dall’alluvione, dall’insalata all’aglio, dai ravanelli ai carciofi, dai cetrioli agli asparagi è stato consegnato dagli agricoltori della Coldiretti in piazza Saffi a Forli al presidente della Repubblica Sergio Mattarella che ha dimostrato di gradire assaggiando una fava 100% romagnola. Si è trattato, spiega l’associazione in una nota, di “un ringraziamento per la sensibilità mostrata dal presidente con la sua visita nei territori alluvionati ma anche un segno della voglia delle imprese romagnole di ripartire l’attività nonostante i mille gravissimi problemi che si trovano ad affrontare, tra campi allagati, aziende franate e la chiusura degli stabilimenti di trasformazione e dei punti vendita aziendali”. “Acquistare prodotti agricoli e alimentari provenienti dalle zone alluvionate – precisa Coldiretti – è il miglior modo per aiutare concretamente la popolazione facendo ripartire l’economia e l’occupazione dei territori colpiti”.
La ripresa delle attività di vendita dei prodotti agroalimentari romagnoli è infatti importante per salvare secondo la Coldiretti i circa 50mila posti di lavoro tra agricoltori e lavoratori dipendenti nelle campagne, nelle industrie e nelle cooperative di lavorazione e trasformazione messi a rischio dall’alluvione. L’alluvione – ricorda l’associazione – ha devastato aziende agricole e allevamenti in una delle aree più agricole del Paese con una produzione lorda vendibile della Romagna pari a circa 1,5 miliardi di euro all’anno che moltiplica lungo la filiera grazie ad un indotto di avanguardia, privato e cooperativo, nella trasformazione e distribuzione alimentare che è stato fortemente compromesso. “Ai danni sulla produzione agricola – evidenzia Coldiretti – si aggiungono quelli alle strutture come gli impianti dei frutteti, le serre, gli edifici rurali, le stalle, i macchinari e le attrezzature perse senza contare la necessità di bonificare i terreni e ripristinare la viabilità nelle aree rurali con frane nelle aziende e lungo le strade”. “Ma a pesare – viene rilevato – c’è anche il fenomeno del dissesto idrogeologico con oltre 30mila persone che vivono in aree a rischio per pericolo di frane tra Ravenna, Rimini e Forli-Cesena, assieme a più di duemila unità locali di imprese secondo l’ultimo rapporto Ispra”. “Sono centinaia le aziende agricole che rischiano di scomparire con terreni letteralmente ingoiati da frane, voragini e smottamenti ma a preoccupare – sottolinea Coldiretti – sono anche i danni alle infrastrutture con strade interrotte e ponti abbattuti con difficoltà a garantire cura agli animali isolati per le interruzioni nel sistema viario ma anche la commercializzazione dei prodotti scampati al disastro”.