Ha aperto le porte, ieri, “Accolgo”, il progetto della diocesi di Adria–Rovigo che promuove l’accoglienza residenziale di persone in temporanea difficoltà, alla presenza del vescovo Pierantonio Pavanello, del presidente della Provincia e dell’assessore al Welfare del Comune di Rovigo e della rappresentanza della Fondazione Cariparo e di altri rappresentanti delle istituzioni.
La storia di “Accolgo” inizia in realtà più di un anno fa, ma la Caritas di Adria-Rovigo, promotrice e ideatrice del percorso, in accordo con i parroci dell’Unità pastorale di Borsea, Sant’Apollinare, Buso e Fenil del Turco – partner operativi in questa prima fase – e con l’equipe operativa che cura il progetto, ha scelto di dargli il tempo di consolidarsi prima di presentarlo formalmente al territorio. “Non è infatti immediato – spiegano da Caritas – convertire una canonica in una casa nella quale persone che vivono un momento di bisogno possano trovare uno spazio di accoglienza, di ascolto e di accompagnamento, un luogo in cui fermarsi per riformulare insieme a operatori e volontari il proprio progetto di vita. È necessario avere il coraggio di sperimentare, di mettere in discussione ruoli e compiti, di liberarsi da giudizi e preconcetti, di aprire porte e di aprirsi come comunità cristiana”.
Dopo più di dodici mesi, dopo che già 24 persone hanno trovato accoglienza nelle canoniche di Borsea e di Sant’Apollinare per periodi più o meno lunghi, è adesso finalmente arrivato il tempo di raccontare cosa oggi è “Accolgo” e cosa la diocesi di Adria-Rovigo si augura possa diventare in futuro. “Accolgo non è un pronto intervento a bassa soglia, non è una struttura di accoglienza emergenziale né una soluzione residenziale a tempo indeterminato: è uno spazio nel quale, in collaborazione con i servizi istituzionali del territorio, percorsi di accoglienza individualizzati vengono attivati e curati da operatori e volontari”. “Ho seguito fin dall’inizio questo progetto e sono felice di vederlo crescere. – ha affermato il vescovo Pavanello – La sfida dell’accoglienza è quella di andare oltre il gesto spontaneo della generosità per stare accanto sul lungo periodo alle persone più fragili, sostenendole nella ricerca di una propria autonomia. Il mio auspicio è che Accolgo, come lo inauguriamo oggi, sia un seme che potrà germogliare anche in altre comunità della nostra Diocesi e che crescerà sempre in dialogo con la società civile e con la rete istituzionale”. L’avvio di “Accolgo” è stato reso possibile anche grazie al contributo della Fondazione Cariparo che lo ha sostenuto all’interno del bando Welfare 2021.