San Filippo Smaldone: mons. Seccia (Lecce), “sua intuizione profetica la Chiesa dei poveri, in uscita, che opera in sinodalità con i laici”

“San Filippo Smaldone ha precorso i tempi, avendo intuizioni profetiche: la Chiesa dei poveri, in uscita, che opera in sinodalità con i laici”. Lo scrive l’arcivescovo di Lecce, mons. Michele Seccia, nel messaggio per il primo centenario della sua morte, che ricorre il prossimo 4 giugno, ultimo santo canonizzato della Chiesa leccese. “Il suo grande zelo apostolico è il risultato di una pienezza di vita sacerdotale che ha il suo centro, culmine e motore in una intesa vita eucaristica”, osserva il presule, che ricorda le due associazioni da lui costituite: La Lega Sacerdotale Eucaristica, che si riuniva ogni giovedì nella Chiesa delle Scalze per impetrare vocazioni sacerdotali per la Chiesa di Dio, e le Dame Adoratrici, che ogni martedì si riunivano nella Chiesa delle Scalze, per adorare l’Eucarestia solennemente esposto.
Mons. Seccia indica san Filippo Smaldone come “modello di vita sacerdotale”, noto per la sua attività verso i sordomuti. “Eppure, questo campo apostolico scaturì da un episodio casuale: la sofferenza di una giovane madre che non riusciva a comunicare con il proprio figlio perché sordomuto. Filippo percepì la sua angoscia, ascoltò il suo urlo, uscendo dalla Chiesa di Santa Caterina in Foro Magno di Napoli”, ricorda il presule. Una scena che, scolpita nella sua mente e soprattutto nel suo cuore di giovane chierico, divenne “preghiera, riflessione, studio per conoscere il problema della sordità al fine di aiutare questa categoria di persone e promuoverla nella loro dignità di figli di Dio e di cittadini responsabili”. “In questo modo, Filippo aveva scoperto la sua particolare missione all’interno della missione sacerdotale, il campo di azione e di santificazione. Nel Meridione d’Italia, funzionava solo l’Istituto Apicella in Molfetta e i bambini e giovani sordi non avevano alcuna istruzione e formazione; su di loro pesavano forti pregiudizi fisiologici, psicologici e sociali. Don Filippo maturò l’idea che l’accoglienza di questi soggetti in una struttura educativa e assistenziale reclamava una presenza continua di donne consacrate al Signore e capaci di donarsi gratuitamente e totalmente a loro. Questo fu un altro sogno nel grande progetto di Dio: accompagnare giovani votate alla consacrazione religiosa, pronte a dedicare le loro energie di mente, di cuore e di mani nella riabilitazione di questi soggetti. Così don Filippo fondò la Congregazione delle Suore Salesiane dei Sacri Cuori”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Territori