“Il senso di responsabilità e lo spirito di servizio stavano per San Paolo VI alla base della costruzione della vita sociale”. Lo ha detto il Papa, nel discorso per il conferimento del Premio Paolo VI, assegnato dall’Istituto Paolo VI di Brescia al presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella. “Egli ci ha lasciato l’impegnativa eredità di edificare comunità solidali”, ha proseguito Francesco: “Era il suo sogno, che si scontrò con vari incubi diventati realtà – penso alla terribile vicenda di Aldo Moro; era il desiderio ardente che portava nel cuore e che espresse nei termini di ‘comunità di partecipazione e di vita’, animate dall’impegno a ‘prodigarsi per costruire solidarietà attive e vissute’”. Per il Papa, “non sono utopie, ma profezie; profezie che esortano a vivere ideali alti. Perché di questo oggi hanno bisogno i giovani. E sono lieto, Signor Presidente, di farmi strumento di riconoscenza a nome di quanti, giovani e meno giovani, vedono in Lei un maestro, e soprattutto un testimone coerente e garbato di servizio e di responsabilità. Ne sarebbe lieto Papa Montini, del quale mi piace ripetere, infine, alcune parole tanto note quanto vere: ‘L’uomo contemporaneo ascolta più volentieri i testimoni che i maestri, o se ascolta i maestri lo fa perché sono dei testimoni’”.