Nicaragua: polizia conferma blocco dei conti delle diocesi e Conferenza episcopale, con accuse di “riciclaggio”. Il card. Brenes invita “alla calma”

Dopo lunghe ore di indiscrezioni, mezze notizie, conferme a bassa voce da parte di sacerdoti che nell’anonimato rompevano il silenzio, la conferma del blocco dei conti delle diocesi del Nicaragua (pur senza precisare quali e quanti) e della stessa Conferenza episcopale, oltre che di altre organizzazioni ecclesiali, è arrivata sabato dalla stessa polizia del dittatore Daniel Ortega, che in una nota ufficiale comunica di aver avviato un’indagine su diverse diocesi cattoliche per presunto riciclaggio di denaro, che avrebbe gestito illegalmente “fondi e risorse provenienti da conti bancari” di oppositori condannati. Sempre secondo la polizia, le indagini “hanno portato alla scoperta di centinaia di migliaia di dollari”, nascosti in strutture appartenenti a diocesi del Paese. Le indagini, comunica la forza dell’ordine, “ha confermato la sottrazione illegale di risorse da conti bancari di cui la legge aveva ordinato il congelamento, oltre ad altre attività illecite che sono ancora in corso di investigazione come parte di una rete di riciclaggio di denaro che è stata scoperta nelle diocesi di diversi dipartimenti”.
Si legge inoltre che la Sovrintendenza bancaria ha chiesto alla Conferenza episcopale del Nicaragua e a quello che viene definito il “capo della Chiesa cattolica nicaraguense”, il card. Leopoldo Brenes (che in questo momento, in realtà, è primate del Nicaragua, in quanto arcivescovo di Managua, ma non presidente della Conferenza episcopale), di “presentare i documenti che mostrano i movimenti dei conti bancari delle diocesi”. Il card. Brenes ha rilasciato brevi dichiarazioni a un media digitale, “Despacho 505”, dopo essere venuto a conoscenza del comunicato. “Stiamo solo vedendo le notizie, le prime notizie che abbiamo. Poi vedremo cosa succederà in seguito”, ha risposto l’arcivescovo, aggiungendo: “Stiamo analizzando la situazione. Poi i vescovi si incontreranno”. In ogni caso, “quando ci chiameranno saremo pronti a informarli”. Ieri, il porporato, durante l’omelia della messa di Pentecoste, il porporato ha invitato i fedeli “a non avere paura” e “alla calma”, senza “prestare fede a notizie esagerate”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Territori