Forme di microcredito sociale, alloggi, trasferimento di anziani e persone sole nei nuovi luoghi di vita e aiuto a sgomberare le case alluvionate, attività di animazione con i bambini e i ragazzi nelle parrocchie, sostegno psicologico se necessario. Oltre alla distribuzione di beni di prima necessità già in corso nelle Caritas delle diocesi di Cesena-Sarsina, Faenza-Modigliana, Forlì-Bertinoro, Imola e Ravenna-Cervia più colpite dalle alluvioni dei giorni scorsi, sono queste le iniziative che Caritas italiana intende promuovere nei prossimi mesi. Ne parla al Sir don Marco Pagniello, direttore di Caritas italiana, di ritorno da una visita a Faenza. Con lui c’erano il vescovo di Faenza-Modigliana mons. Mario Toso, il delegato regionale Mario Galasso e ad altri operatori della rete Caritas. Durante l’incontro è stato fatto il punto della situazione con i direttori delle Caritas delle cinque diocesi maggiormente colpite: Cesena-Sarsina, Faenza-Modigliana, Forlì-Bertinoro, Imola e Ravenna-Cervia. La diocesi di Faenza ha messo a disposizione degli sfollati un convento, case canoniche e altre strutture, mentre un censimento dell’accoglienza del mondo cattolico sarà reso noto nei prossimi giorni.
“Abbiamo visto l’impegno di una intera comunità che si è messa a fianco delle famiglie alluvionate per aiutarle nei lavori materiali, dallo spalare il fango allo svuotare le case – racconta don Pagniello -. Le persone sono scoraggiate, soprattutto quelle che hanno subito due alluvioni. Se prima avevano avuto la forza di reagire ora hanno perso un po’ di speranza”. “Ora stiamo pensando a come organizzarci meglio per garantire una presenza costante nelle prossime settimane. Ad esempio ci sono alcuni anziani soli che vanno aiutati a liberare le case”, precisa. A differenza dei terremoti che hanno tempi lunghissimi “l’alluvione è invece una corsa contro il tempo per fare in modo che il fango non diventi cemento rischiando di far saltare tutto il sistema fognario”. “La grande sfida sarà assicurare l’ordinario – sottolinea -. Qualche parroco diceva che le attività dell’oratorio, del Grest, degli scout, questa estate saranno ancora più necessarie. Poi c’è il tema del lavoro. Le piccole aziende agricole rischiano di non raccogliere i frutti del loro lavoro e chi lavora nelle campagne di ritrovarsi senza una occupazione. Non si sa ancora se e quando arriveranno forme di sostentamento pubblico. Per ora hanno bloccato i mutui e le bollette. Siamo in una fase in cui è ancora difficile calibrare il nostro servizio però come sempre ci siamo per i più poveri e per non lasciare sole le persone. Grazie alla grande generosità della comunità cristiana si potranno fare opere concrete per aiutarle”. I due milioni di 2 milioni di euro donati dalla Cei saranno utilizzati “come fondo da mettere a disposizione per il microcredito sociale”, conferma don Pagniello. “Ora le Caritas devono fermarsi un attimo e mettere in fila le priorità per i prossimi mesi, mentre proseguono la distribuzione dei beni di prima necessità, soprattutto prodotti per l’igiene, che servono tanto – conclude -. Abbiamo chiesto un censimento delle accoglienze nel mondo cattolico, ci verrà fornito nei prossimi giorni”.