Aree interne: De Vincentiis (Forum), “i giovani provino a dettare un’Agenda per affrontare e condividere da protagonisti utili orizzonti comuni”

“La denuncia dei vescovi e la creazione del Forum, oltre quattro anni fa, hanno contribuito a riaccendere i riflettori sul tema delle aree interne e di quelle più fragili. Politici, imprenditori, associazioni, intellettuali, tecnici, economisti, operatori laici e credenti sono stati coinvolti in un percorso che ha riguardato fino ad ora soprattutto i temi della consapevolezza, della conoscenza e della competenza”. Lo ha ricordato oggi Nico De Vincentiis, coordinatore del Forum delle aree interne, aprendo oggi pomeriggio la quarta edizione dell’iniziativa, nel Centro “La Pace” a Benevento.
“Non sembra però concretizzarsi un interesse profondo sulle cause del mancato sviluppo e sui ritardi economici e culturali di certe realtà, mentre il contributo degli amministratori e degli operatori economici a un disegno collettivo resta labile e svogliato”, ha osservato il coordinatore del Forum, per il quale “in tutti i casi le giovani generazioni non vengono seriamente coinvolte e raramente in questi anni si sono create feconde e significative sinergie. Tocca invece proprio ai giovani, spesso portatori di progetti nuovi e creativi per i loro territori – che però sono costretti ad abbandonare -, diventare perno centrale di strategie produttive, cittadini del mondo ma anche motore di comunità, azionisti sociali e politici coraggiosi in grado di contrastare le scelte dei governi nazionali e locali quando esse finiscono per accentuare le disuguaglianze”.
Di qui la proposta: “I giovani provino a dettare un’Agenda per le aree interne, per affrontare e condividere da protagonisti utili orizzonti comuni”. De Vincentiis ha spiegato: “Il quarto Forum è concepito come officina per la produzione di percorsi operativi e convergenti lungo i quali sperimentare misure capaci di novità sostanziali. In questo processo ricostitutivo le istituzioni educative, oltre a garantire e potenziare i programmi curriculari, dovrebbero recuperare i ritardi accumulati nell’attitudine a osservare con efficacia il territorio e le sue dinamiche , superare lo schema di ‘parcheggio’ delle pulsioni socio-politiche dei giovani, favorire e incoraggiare il dialogo intergenerazionale avendo presente almeno quattro direttrici di marcia: cura alle persone fragili; valorizzazione dei beni e delle tradizioni culturali; sussidiarietà e integrazione sociale; rivincita della bellezza”.
“In questo scenario, che comprende le diverse caratteristiche strutturali ed esistenziali delle comunità meno sviluppate, il dialogo intergenerazionale diventa straordinario innesco di un sistema fondato sulla memoria dinamica (garantire la continuità del racconto e integrarlo con nuove e coraggiose idee-azioni), sulla concretezza visionaria (più determinazione nel guardare in alto anche con progetti di estrema quotidianità) e sulla speranza condivisa (non più attese egoistiche bensì un ampio e articolato lavoro di gruppo)”, aggiunge il coordinatore del Forum.

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