Papa Francesco e il cammino verso il Giubileo riscoprendo il Concilio e i suoi documenti. Con Rai Vaticano prosegue l’avvicinamento al prossimo Anno Santo con la nuova puntata di “Giubileo 2025 – Pellegrini di Speranza”, il programma di Stefano Ziantoni scritto con Nicola Vicenti in onda su Raiuno, domenica 28 maggio alle 00.45. “Nel primo anno di preparazione al Giubileo Papa Francesco ci chiede di far riaffiorare nella memoria nel cuore soprattutto i grandi documenti conciliari – dice nell’intervista mons.r Dario Viganò, Vice-cancelliere della Pontificia Accademia delle scienze sociali – e uno di questi è Inter Mirifica, il decreto che tratta di comunicazione in anni in cui ancora era difficile comprendere la forza esistenziale del dinamismo comunicativo”.
Ed è proprio la comunicazione e la stretta relazione con il Vangelo, il tema centrale della puntata. Radio Vaticana e presenza sui social del Papa e del suo messaggio sono in sintesi, punto di partenza e work in progress del lavoro dei media vaticani. La Chiesa ha fatto molta strada nel mondo digitale in questi anni. “Il digitale è un nuovo spazio un nuovo luogo per annunciare la speranza – dice a Rai Vaticano mons. Lucio Adrian Ruiz, Segretario del Dicastero per la Comunicazione – è una sfida profonda per la Chiesa perché noi siamo in questa cultura e quindi noi dobbiamo leggerla, capirla e inserirci, evangelizzare, inculturare non solo immagini e riflessioni sui social network, ma anche app per programmare e condividere momenti di preghiera, e poi webinar, incontri virtuali e piattaforme”. Così come per Massimiliano Menichetti, responsabile della testata Radio Vaticana, “la missione della nostra radio è quella di portare la speranza del Vangelo del mondo, non lasciare nessuno da solo, portare la parola la voce del Papa e oggi lo si fa con internet, con i satelliti, con il video, perché oggi la radio si legge, si guarda, si ascolta ma con la radio soprattutto si interagisce”.
Il mondo connesso, tuttavia, non è privo di pericoli e problemi. Il ritiro sociale, sempre più spesso causato anche da device digitali, è una condizione che riguarda molti giovani. Già negli anni ‘80 in Giappone veniva definito questo fenomeno come ‘hikikomori’. In Italia esiste da tempo, ma lo si studia statisticamente come tale solo da due anni e lo si rileva come un fenomeno in crescita. Ma a rispondere al silenzioso grido dei ragazzi arresi c’è il progetto 9 e ¾, nato a Torino all’interno del Gruppo Abele di don Ciotti. Un progetto che ha come obiettivo aiutare i ragazzi a venir fuori dal loro mondo isolato, fargli scoprire che si può vivere nella realtà in modo costruttivo. E comunicare il Vangelo attraverso la testimonianza resta il centro della missione di un sacerdote. Ed è quanto avviene nella parrocchia di San Pio da Pietrelcina a Castel del Piano, in provincia di Perugia.