Papa Francesco: “quando non sentiamo che il Signore ci sorprende, qualcosa non funziona”

(Foto Vatican Media/SIR)

“Addomesticare il volto di Cristo, quasi per tentare di definirlo e di chiuderlo nei nostri schemi, significa distruggere la sua immagine”. È il monito del Papa, nel discorso rivolto ai partecipanti al Convegno promosso da “La Civiltà Cattolica” con la Georgetown University, sul tema: “L’estetica globale dell’immaginazione cattolica”, ricevuti oggi in udienza. “Il Signore ci sorprende sempre”, ha aggiunto a braccio: “Cristo è sempre più grande, è sempre un mistero che in qualche modo ci sfugge. Si fa fatica a metterlo dentro una cornice e ad appenderlo al muro. Lui sempre ci sorprende, e quando noi non sentiamo che ci sorprende, qualcosa non funziona: il nostro cuore è finito e chiuso”. “In questo nostro tempo – ha ribadito il Papa – abbiamo bisogno della genialità di un linguaggio nuovo, di storie e immagini potenti, di scrittori, poeti, artisti capaci di gridare al mondo il messaggio evangelico, di farci vedere Gesù. La vostra opera ci aiuta a vedere Gesù, a guarire la nostra immaginazione da tutto ciò che ne oscura il volto o, ancor peggio, da tutto ciò che vuole addomesticarlo”. “Ecco la sfida per l’immaginazione cattolica del nostro tempo, la sfida che è consegnata a voi”, ha concluso Francesco: “non spiegare il mistero di Cristo, che in realtà è inesauribile; ma farcelo toccare, farcelo sentire immediatamente vicino, consegnarcelo come realtà viva, e farci cogliere la bellezza della sua promessa. Perché la sua promessa aiuta la nostra immaginazione: ci aiuta a immaginare in modo nuovo la nostra vita, la storia, il futuro dell’umanità!”. “E qui torno ad un altro capolavoro di Dostoevskij, ‘Memorie dal sottosuolo’”, ha aggiunto a braccio: “lì dentro c’è tutta la grandezza e tutti i dolori, tutte le miserie insieme dell’umanità”.

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