Papa Francesco: Dostoevskij “ha una potenza artistica e politica tremenda, parla delle guerre, dei conflitti sociali, dei nostri egoismi personali”

(Foto Vatican Media/SIR)

“Voi siete anche la voce delle inquietudini umane”. Lo ha detto il Papa, ricevendo in udienza i partecipanti al Convegno promosso da “La Civiltà Cattolica” con la Georgetown University, sul tema: “L’estetica globale dell’immaginazione cattolica”. “Tante volte le inquietudini sono seppellite nel fondo del cuore”, ha aggiunto a braccio, definendo l’ispirazione artistica “non solo confortante, ma anche inquietante, perché presenta sia le realtà belle della vita sia quelle tragiche”. Secondo Francesco, “l’arte è il terreno fertile nel quale si esprimono le opposizioni polari della realtà, le quali richiedono sempre un linguaggio creativo e non rigido, capace di veicolare messaggi e visioni potenti”. L’esempio citato è quello di Dostoevskij, che nei Fratelli Karamazov “racconta di un bambino, piccolo, figlio di una serva, che lancia una pietra e colpisce la zampa di uno dei cani del padrone”, ha raccontato il Papa: “Allora il padrone aizza tutti i cani contro il bambino. Lui scappa e prova a salvarsi dalla furia del branco, ma finisce per essere sbranato sotto gli occhi soddisfatti del generale e quelli disperati della madre”. “Questa scena ha una potenza artistica e politica tremenda”, ha commentato: “parla della realtà di ieri e di oggi, delle guerre, dei conflitti sociali, dei nostri egoismi personali. E non mi riferisco solamente alla critica sociale che c’è in quel brano. Parlo delle tensioni dell’anima, della complessità delle decisioni, della contraddittorietà dell’esistenza”.

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