“La sua è stata una vita brevissima, alla quale la Chiesa in Italia e tutto il nostro Paese devono molto. Ha fatto della radicalità evangelica (perché c’è un Vangelo tiepido?) il senso del suo amore alla vita e della sua fedeltà a Cristo. Da credente”. Così il card. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, intervenendo alla giornata inaugurale del Centenario Don Milani a Barbiana. “Don Lorenzo ha trasformato un esilio in un esodo, ha preso per mano la Chiesa, rivendicando il suo servizio agli ultimi come dimensione spirituale e servizio ecclesiale”, ha precisato il cardinale: “Oggi ricorda alla Chiesa che le basta il Vangelo e l’amore che genera amore e alla Repubblica che deve ancora ‘rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale’ perché l’uguaglianza è il suo ‘compito’ da non tradire”. Don Milani “ci mette in cammino verso il futuro, con la vera risposta che è la passione evangelica e umana capace di generare vita”, ha concluso: “Il futuro, la bellezza della vita benedetta e più forte delle paure, per cui vale la pena viverla e donarla, è tutto nel I Care. I Care ci libera dall’osceno e disumano me ne frego, anche quello detto con più raffinatezza. Il primo I care è quello di Dio, il miglior maestro e padre”.